Avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 1° gennaio, Giuseppe “Beppe” Andreoli. Con la sua scomparsa il boccismo epico perde un altro grande protagonista, entrato di diritto nella “Galleria dei Campioni”.

Se n'è andato come dovesse compiere l'ultima bocciata, con il suo stile del tutto personale, dopo una rincorsa leggera, soffice, quasi dovesse sfiorare il terreno, e il braccio destro a disegnare una sorta di pendolo al termine del quale la boccia andrà a cercare il bersaglio con millimetrica precisione. Nato ad Asti, dopo una sontuosa  gavetta boccistica negli Allievi durata quattro anni, venne passato d'autorità per meriti sportivi nella massima categoria, debuttando con la maglia della nazionale a soli 16 anni , con Selva, Morelli e Mollo, a Gerona in Spagna.

 

Da quel momento Beppe bruciò le tappe a suon di bocciate e arrivò il titolo più prestigioso, quello iridato del 1968 con Lino Gaggero, Michelangelo Macocco, Nicola Sturla, nel Palazzetto dello Sport di Torino. Seguirono una marea di successi (ha annoverato circa 500 vittorie assolute), comprendenti altri due titoli mondiali (1976 con Bragaglia, Granaglia, Sturla, Suini, Torgano, e 1980 con Benevene, Granaglia, Selva, Sturla, Suini), due Coppe Principe di Monaco (1966,1979), 36 titoli italiani  (12 scudetti di serie A), annoverando 73 presenze azzurre (di cui 69 nella categoria seniores). Ha vestito le maglie dei club più prestigiosi. Dopo l'Avir Asti e la Way Assauto, a livello giovanile, nel nazionale,  Way Assauto, Pianelli Traversa (per 9 stagioni), Accorsi Tuttobocce, Abg Genova, Colombo Genova, Nizza Sidernord Torino, La Fissa Torino, Salvi Arreda Asti, Veloce Club Pinerolo, Tubosider Asti, Dlf Asti, ed altri clu astigiani.

 

A sottolineare la sua passione per le bocce, nel 2003 conseguì anche il “patentino” quale istruttore di 1° grado per il settore giovanile. 

 

Il Presidente della FIB, Marco Giunio De Sanctis, il Consiglio Federale e tutto il mondo boccistico nazionale si uniscono al dolore della famiglia e dei suoi più stretti affetti per la scomparsa di uno dei più grandi atleti della storia, appartenente a un periodo irripetibile della nostra disciplina. 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

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