“È sicuramente la gara più bella. Ha un fascino particolare. Io ne ho disputate tante, ma Alassio è unica. Ed è la più competitiva, perché non è facile giocare per due giorni di seguito in un contesto di oltre trecento formazioni“. Così esordisce Mario Suini, ossolano classe '44, il fuoriclasse plurititolato ancora in attività e secondo, dietro ad Arrigo Caudera, nella hall of fame della Targa d'Oro, con ben dieci successi all'attivo.

 

CINQUANTINA - “Ogni volta – prosegue SuperMario – è una emozione nuova. Avevo vent'anni quando ho disputato con la maglia della Fiat la mia prima Targa, e con quella dello scorso anno sono arrivato a una cinquantina. Al di là degli esiti finali, trovi sempre sensazioni nuove derivanti da episodi insiti nelle varie partite o dalle condizioni meteo; si è giocato con la pioggia, le raffiche di vento e persino la neve. Io poi amavo i vecchi campi dell'Alassina, con il pubblico quasi a contatto con i giocatori... Emotivamente più coinvolgente, anche se le partite al Palasport hanno favorito gli spettatori“.


Dal primo successo, quello del 1970 sotto le insegne della Rivodorese, insieme a Benevene, Morelli e Selva, a quello del 2015 con la maglia della Ferriera insieme a Rossatto, Adorno e Maino, gli aneddoti si perdono.
PARTICOLARI - “L'età ahimè – dice Suini – mi impedisce di ricordare tutto. A livello di emozioni particolari, metto anzitutto l'ultima vittoria, perché ho giocato per due giorni senza quasi mai sbagliare, ottenuta a settantuno anni e con una quadretta non considerata fra le favorite.

Ma a tutti i successi ci si sente particolarmente legati, per un motivo o per l'altro. È più facile portarsi appresso gli echi delle sconfitte, specie quelle subite in finale che ti lasciano un po' di amaro in bocca. E di finali perse ne annovero quattro. Ricordo quella del '98, l'edizione in cui si tornò al numero di iscrizioni libero.

 

Con la quadretta della Ferrero, insieme a Ballabene, Caudera e Repetto, perdemmo da Aghem, Fassone, Poratelli e Grimaldi, che giocavano per il Dlf Asti, al termine di una partita assai combattuta. Finimmo alle 3 di notte. Faceva un freddo cane. La quadretta più forte? Penso in assoluto a quella con Bruzzone, Ballabene e Perras, anche se le precedenti avevano ruoli più omogenei “.


SuperMario era pronto per la sua nuova avventura alassina. “Sì, quella dei nonni mitici, come lo scorso anno, con Bruzzone, Macario e Notti. 300 anni in quattro...” e 17 titoli mondiali, 12 europei e 49 italiani.

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