In un clima di grandi incertezze legate all'emergenza coronavirus, anche le bocce sono state costrette ad arrendersi e a sospendere ogni tipo di atttività. A farne le spese è stata pure la 67^ edizione della Targa d'Oro Città di Alassio, la gara più partecipata, più prestigiosa ed amata dagli appassionati della specialità volo, che avrebbe dovuto celebrarsi nel weekend  del 4 e 5 aprile. In attesa di poterne rivivere le magiche emozioni, cerchiamo di mantenerne viva almeno l'atmosfera, in una sorta di messaggio di speranza, attraverso la narrazione ordinata delle vicende e degli aneddoti legati ai protagonisti più significativi.

E non potevamo non iniziare con il detentore di record di successi, ben dodici, Arrigo Caudera. Torinese, classe 1926, vinse la sua prima Targa nell'edizione 1958, insieme a Carrera, Baroetto e Bertetti. “ Giocavamo per la Sis di Torino – sottolinea – e bissammo il successo l'anno successivo. Guido Chianale aveva sostituito Bertetti. Al termine della finale vinta contro la Colombo di Genova, il presidente della commissione tecnica Aurelio Balocco, disse pubblicamente, tutti bravi, ma soprattutto Caudera. Ovviamente i ricordi relativi alla Targa sono talmente tanti che è difficile stilarne una graduatoria. Nel '64, quando battemmo la quadretta francese di Cheviet, nevicava. Fu la prima esperienza con Granaglia e con la maglia della Pianelli. Con Berto facemmo tripletta : 1967, 1968 e 1969. Non mancarono gli episodi negativi. Ad esempio nel '71 con Suini, Benevene e Cheviet, perdemmo la prima partita da quattro giocatori di categoria C. C'era un terreno in pendenza, con tanta ghiaia... Curioso, per un primo puntatore come me, l'epilogo della semifinale del '73 contro la squadra di Macocco. I miei soci esaurirono tutte le bocce , fallendo un paio di doppietti; restai con due bocce in mano e con l'ultima colpii il pallino salvezza fra gli applausi del pubblico “.

Nel cercare di aprire altri cassetti della memoria, Caudera si sofferma sui compagni di tante partite, e precisa :” Ognuno aveva delle caratteristiche diverse. A parte l'ineguagliabile Granaglia, ho trovato in Aldo Baroetto il socio più idoneo a fare da collante in una quadretta; Mario Suini il giocatore dal rendimento più alto; Lino Bruzzone era in grado di aiutarti in determinate situazioni, al contrario di Nicola Sturla, dal carattere più chiuso, grande individualista “.

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