Non è facile nella lunga vita della specialità del volo, trovare i risultati più eclatanti meritevoli di sottolineatura. Per svariati motivi. A livello mondiale, e a seguire europeo, le competizioni hanno subito continue evoluzioni, in termini di formula tecnica e di titoli in palio, sia quelle maschili senior, che giovanili e femminili. Con un balzo a ritroso possiamo identificare fra le affermazioni storiche dell'Italia, il successo iridato del 1957 ottenuto a Bezier dalla quadretta composta da Granaglia, Gaggero, Motto, Carrera. Vittoria che interruppe l'egemonia francese in campo mondiale ed inaugurò la lunga stagione di ori azzurri a quadrette (14 , sino al mondiale del 1986). L'introduzione di nuove formule di gioco, prima il tiro tecnico (attuale precisione) e tiro progressivo, successivamente il combinato e la staffetta, consentirono di ampliare il numero di nazioni frequentatrici dei vari podi, e quindi di ridurre il primato italiano in fatto di titoli internazionali. Negli anni Duemila, dopo i 5 ori a coppie e i 6 di tiro sino al 1999, uno dei risultati mondiali più esaltanti, si è concretato nella bosniaca Grude dove i senior hanno portato a casa due medaglie d'oro (Carlo Ballabene, individuale e a coppie con Denis Pautassi), due d'argento (lo stesso Pautassi nel tiro di precisione e Marco Ziraldo nel progressivo), ed una di bronzo (con la staffetta Ziraldo-Mauro Bunino). A livello europeo spiccano i 3 ori e un argento, su 5 prove, di Saint Chamond 2000 (Piero Amerio nel combinato e a coppie con Carlo Ballabene, Domenico Mometto nell'individuale, e Ballabene secondo nel tiro di precisione), oltre all'ultima fantastica e ancora calda impresa di Alassio, con i tre titoli nell' individuale (Matteo Mana), nel combinato (Emanuele Bruzzone), nella staffetta (Emanuele Ferrero-Mauro Roggero), oltre al secodo posto di Daniele Grosso (precisione) e al terzo di Roggero (progressivo). Unica per emozioni e storica nel risultato, l'impresa compiuta dai pivelli del citì Lino Bruzzone nel mondiale giovanile di Biella 2006. Cinque medaglie d'oro ed una di bronzo, su sei titoli in palio. Protagonisti Manuel Lituri (combinato e coppia), Emanuele Ferrero (coppia e staffetta), Daniele Grosso (individuale e staffetta), Loris Castellino (progressivo) e Marco Manissero (terzo nel tiro di precisione). Anche nel contesto femminile (il primo mondiale si è disputato nel 1998), l'anno 2006 va ricordato per le cinque medaglie conquistate dalle azzurre nella tana delle emergenti atlete cinesi (a Wenzhou): oro di Paola Mandola nel combinato e Ilenia Pasin nel progressivo, bronzi di Barbara Gerbaudo e Claudia Canu, a coppie, Pasin e Chiara Soligon, in staffetta, Mandola , nel tiro di precisione.

 

Altrettanto difficile esprimere una selezione dei grandi campioni che hanno illuminato e illuminano la scena boccistica in Italia e nel mondo. Impossibile non citare Umberto Granaglia, una autentica leggenda, il simbolo delle bocce. Piemontese di Venaria Reale, classe 1931, ha collezionato ben 103 presenze in maglia azzurra, cogliendo 13 titoli mondiali, 11 europei e 46 italiani, oltre ad una serie infinita di trofei nell'arco di un trentennio in cui ha dominato la scena. Al mito Granaglia possiamo affiancare in successione tre colonne del Partenone boccistico, Nicola Sturla, Lino Bruzzone e Mario Suini, tre dei giocatori presenti ai vertici dell'albo d'oro degli iridati di tutti i tempi, ancora in attività, al contrario di Giancarlo Bragaglia, Aldo Baroetto, Michelangelo Macocco e Franco Benevene, per citare i più titolati nel club mondiale.

 

Il ligure Sturla, di Lavagna, classe 1942, classe cristallina, dal '68 al '93, anno in cui vinse l'ultimo titolo mondiale, ha messo insieme 10 ori iridati, 6 europei e 20 titoli italiani, collezionando ben 108 convocazioni in nazionale. Ha vestito maglie gloriose, come quelle della Pianelli Traversa di Torino, della Lancia, delle genovesi Abg, Colombo e Bolzanetese, oltre alla plurititolata Chiavarese e la Ferrero, squadre con cui ha vinto scudetti, Coppe Europa di club, Coppe Italia. Il suo percorso e le sue imprese, sono state per molto tempo legate a quelle del dioscuro Lino Bruzzone, genovese, classe 1946, cresciuto nella Savio di Cornigliano. Un curriculum altrettanto nobile, con 8 titoli mondiali (l'ultimo proprio in coppia con Sturla, a Saluzzo nel 1993), 5 europei e 16 italiani, con 75 convocazioni in nazionale. Altro fuoriclasse assoluto, ha vestito dal 1979 le stesse maglie dell'amico Nico. Per diverse stagioni ha rivestito anche l'incarico di commissario tecnico delle nazionali azzurre. Pure il mitico SuperMario Suini, classe '44, piemontese di Domodossola, ha legato il proprio nome ai sopracitati sia in campo internazionale che a livello di club. Per lui 5 ori mondiali (l'ultimo nel 1981 a Novara con Bruzzone e Sturla), altrettanti europei e 20 italiani.

 

Oggi la massima espressione del boccismo è Carlo Ballabene, ligure di S.Margherita, classe 1970, capitano della Brb di Ivrea, un altro campione di razza, dalle potenzialità enormi. La sua scheda si commenta da se. 7 titoli mondiali, 6 europei, 28 italiani, 6 record mondiali, 3 italiani, 11 Coppe dei Campioni (su 16 finali disputate), 14 scudetti di serie A (su 18 finali), 11 Coppe Italia, 45 presenze in nazionale. E il bilancio è destinato a lievitare.

 

Chi ha contribuito a propagandare e far crescere il movimento femminile, è stata senza ombra di dubbio Ilenia Pasin, la Libellula di Pieve di Soligo. Oggi quarantenne, convocata in nazionale nel '95, è stata 4 volte campionessa del mondo, 6 italiana, due ori ai World Games, un bronzo ai Giochi del Mediterraneo, oltre ad ottenere 14 record italiani e 9 mondiali nel tiro progressivo e in quello di precisione. Un autentico esempio di atleta che, purtroppo per il boccismo italiano, ha deciso troppo presto di abbandonare le bocce per dedicarsi alla famiglia.

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