Se gli azzurri delle specialità raffa e petanque sono rientrati dalla trasferta polacca dei World Games con la gioia di tre medaglie, quelli del volo, che avrebbero dovuto confermare una felice tradizione in seno alla competizione mondiale (due ori e un bronzo nell'edizione colombiana di Calì), sono tornati solo con il bronzo di Serena Traversa. Ma la mancata presenza sui podi del tiro progressivo e del tiro di precisione, non è dipesa soltanto dalle prestazioni dei due atleti italiani. Come sottolinea Mauro Roggero, oro in carica: ”Dopo la prima qualifica, dove con il punteggio di 38 su 49 ero potenzialmente sul podio, insieme allo sloveno Petric, al francese Abelfo e al cinese Li, nel secondo turno sono arrivato a 37 su 48. A quel punto, tirando sui campi esterni, resi fradici dalla pioggia, gli organizzatori hanno pensato bene di annullare la gara, ma con cervellotica decisione, supportata dalla maggioranza – ovviamente – meno che dall'Italia, sono arrivati a stilare una classifica finale in base alle prove di qualifica. Inconcepibile. Non stava scritto da nessuna parte. Se avevano previsto di giocare sempre all'aperto dovevano anche prevedere il caso di pioggia. Tra l'altro in Polonia il mese di luglio è quello più piovoso. Allucinante. Stiamo parlando di una competizione mondiale, e non prevedi una struttura coperta! Sinceramente preferisco non andare oltre. Ti prepari per mesi, ti sacrifichi, e poi…Allora tanto valeva saperlo prima. In tal caso avrei potuto comportarmi diversamente in qualifica. Davvero una brutta esperienza“. Dello stesso avviso è Davide Manolino. “Se devo usare un termine per questo mio esordio in azzurro – ha detto il cecchino della Perosina – userei senz'altro la parola disastro. In tutti i sensi. Che organizzazione! Ci hanno fatto tirare su campi dove prima di tutto dovevi fare attenzione a non scivolare e cadere. Non c'erano neppure i tappeti. Una esperienza davvero negativa. Ovviamente io non cerco scusanti per i miei punteggi. Di positivo l'aver trovato un bel gruppo di compagni con i quali ho subito legato, e un dirigente, Moreno Rosati, una persona davvero squisita“.

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