Sull'edizione digitale di Repubblica a questo link, l'articolo dedicato alla Federazione Italiana Bocce Roberto Favre, che si riporta di seguito.
Si conclude un anno spettacolare, pieno di successi, di traguardi raggiunti per la Fib, la Federazione Italiana Bocce. In ambito internazionale, atlete e atleti hanno fatto incetta di medaglie e hanno raggiunto risultati estremamente positivi per l’intero movimento. Quarantadue medaglie nel 2025. Un ricco bottino per la Federazione Italiana Bocce. Roberto Favre, presidente della Fib al suo primo mandato, spiega: “Il 2025 è stato un anno straordinario per la Federazione Italiana Bocce: 42 medaglie complessive rappresentano non solo un risultato sportivo eccezionale, ma la conferma di un movimento solido, competitivo e in costante crescita. Questi successi sono il frutto del lavoro delle società, degli allenatori, degli atleti e di uno staff tecnico che ha saputo programmare con metodo. Mi auguro che questo straordinario risultato, insieme alla crescente visibilità sui territori e sui media, possa essere propedeutico ad avvicinare tanti giovani al nostro sport, perché il futuro della Fib passa dalla loro partecipazione e dal loro entusiasmo. È un bilancio che ci riempie d’orgoglio e che ci stimola a fare ancora di più”.
Qualche settimana fa c’è stato il Consiglio Federale e la Consulta dei Presidenti regionali. Come è andata?
“È stato un incontro molto positivo, caratterizzato da un confronto costruttivo e da una forte condivisione di obiettivi. Nel Consiglio Federale abbiamo approvato il bilancio previsionale, un passaggio fondamentale per programmare con serietà e responsabilità le attività del 2026. Abbiamo inoltre presentato il progetto delle tessere sociali, uno strumento importante per rafforzare il senso di appartenenza e ampliare la base del nostro movimento. La Consulta dei Presidenti regionali ha rappresentato un ulteriore momento di confronto e dialogo: abbiamo analizzato i budget territoriali e condiviso i progetti che verranno sviluppati sui territori, con l’obiettivo di sostenere la crescita locale e valorizzare le iniziative delle società. C’è stata grande partecipazione e questo è un segnale molto incoraggiante per i prossimi anni”.
Cosa rappresenta la nascita del Settore Italiano Paralimpico (SIP)?
“La nascita del Sip è un passaggio storico: segna un cambiamento culturale e strutturale nel nostro movimento. Avere un settore autonomo, dedicato alle bocce paralimpiche e alla boccia paralimpica, significa dare finalmente la giusta centralità agli atleti con disabilità, alle società che li seguono e a un progetto che ha davanti un enorme potenziale di crescita. È un atto di visione e di responsabilità: lo sport è inclusione e il Sip ne sarà uno dei motori principali. A questo proposito, voglio sottolineare che lo sviluppo e la crescita del movimento paralimpico restano una nostra priorità assoluta: intendiamo proseguire sulla strada tracciata dall’attuale presidente del CIP, Marco Giunio De Sanctis, che ha dato un impulso decisivo alla valorizzazione dello sport paralimpico e alla sua piena integrazione nel sistema sportivo italiano. Colgo inoltre l’occasione per augurare buon lavoro al presidente del Sip, Vincenzo Santucci, e al suo staff, che stanno già dimostrando grande competenza e passione”.
Quest’anno rivedremo manifestazioni a Roma, al Centro Tecnico Federale del Torrino...
“Sì, il Centro Tecnico Federale del Torrino continuerà a essere uno dei poli principali della nostra attività. Quest’anno ospiteremo un grande evento che riunirà i Campionati Italiani Giovanili Under 15 e Under 18 e i Campionati Italiani delle categorie B e C della specialità Raffa, un appuntamento che darà ulteriore visibilità ai nostri giovani e ai nostri tesserati. Il Torrino sarà inoltre sede di stage delle varie Nazionali, un’attività fondamentale per consolidare la preparazione tecnica e per creare una sempre maggiore identità federale. Dobbiamo continuare a lavorare per rendere il Centro Federale sempre più attrattivo, un luogo di sport, formazione e crescita per tutto il movimento delle bocce italiane”.
L’attenzione poi è rivolta anche a Francesco Furlani. Da presidente regionale a vicepresidente vicario della Fib, cosa ti ha portato a spingerti fino a qui e cosa ti aspetti da questa nuova sfida?
“Ho iniziato la carriera dirigenziale nel 2012 con Franco Benatti alla presidenza regionale dell’Emilia-Romagna, candidandomi come consigliere regionale. Da lì la passione è aumentata: nel 2021 c’è stata la candidatura a Presidente Regionale sotto la guida nazionale di Giunio De Sanctis. I primi quattro anni da presidente regionale hanno portato numerose soddisfazioni. Tra queste soprattutto una nuova visibilità della nostra disciplina che negli ultimi anni stava scemando. Ho cercato di dare dignità alla nostra Federazione: ho ripreso i contatti con il Coni, con il Cip e, soprattutto, ho avviato un percorso di costruzione nei confronti degli Enti locali perché - per ciò che concerne il mio lavoro, avendo lavorato per 7 anni con un parlamentare europeo e avendo a che fare con i Comuni e le Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia – le mie conoscenze delle amministrazioni locali erano solide e le ho messe al servizio della Federazione. Non a caso, nei primi quattro anni di mandato, la nostra Federazione agli occhi esterni è cresciuta molto. Questo grazie a un rapporto di tessitura e conoscenza messa al servizio delle bocce. Al secondo mandato sono stato riconfermato con il 98% dei consensi a testimonianza di un lavoro ben svolto grazie, soprattutto, a tutta la squadra che mi ha sempre supportato. La possibilità di questa nuova avventura è arrivata grazie all’attuale presidente del Cip Marco Giunio De Sanctis e all’attuale presidente federale Roberto Favre: mi hanno chiesto la disponibilità a candidarmi in consiglio nazionale e io ho accettato. Mi aspetto di imparare molto perché sicuramente non ho tutta l’esperienza di molti dei miei colleghi consiglieri, i quali comunque io ringrazio per la fiducia che mi hanno dato con la nomina di vicepresidente vicario. Per cui mi aspetto di crescere molto, cercando di apprendere tutti gli aspetti che ad oggi ancora non conosco ma ho voglia di scoprire. Dall’altro lato, la mia esperienza dirigenziale – nonostante la mia giovane età - vanta più di 10 anni nell’ambito e la metterò a disposizione di tutti i colleghi della federazione cercando anche di aprire una visione nuova e più moderna della nostra disciplina, superando delle divisioni storiche che nel 2025 non hanno più motivo di esistere”.
Una dichiarazione arriva anche dal vicepresidente della Fib: dopo anni Francesco Del Vecchio torna a ricoprire questo ruolo. Una nuova fase, con un nuovo presidente alla guida della Fib, Roberto Favre, e una prospettiva di lavoro che Del Vecchio affronta con entusiasmo e la giusta dose di esperienza. “In passato sono già stato vicepresidente vicario. Rientrare in vicepresidenza oggi è per me motivo di orgoglio”, spiega Del Vecchio. “Ringrazio il presidente Favre per la fiducia. In questi tre anni mi auguro soprattutto un rilancio deciso del settore giovanile e una crescita costante dell’attività femminile, su cui la Federazione sta investendo molto”. L’Italia, nel frattempo, continua a farsi valere sul palcoscenico internazionale. “Stiamo andando forte sia a livello internazionale, sia mondiale. Mi auguro che, sotto la guida del presidente Favre – in continuità con quanto costruito da Marco Giunio De Sanctis, che tantissimo ha dato alla nostra Federazione – riusciremo a confermare questi risultati anche negli anni che verranno”. Tra gli obiettivi prioritari, c’è l’ampliamento dei tesserati e dei praticanti: “Spero di incrementare il numero dei tesserati, soprattutto nel settore giovanile. Il lavoro con le scuole e con i centri di avviamento allo sport deve essere una parte fondamentale della nostra strategia di crescita”. Infine, Del Vecchio volge uno sguardo al settore che segue più da vicino: “Mi occupo dell’attività dal punto di vista politico-arbitrale: il nostro augurio è quello di elevare ancora di più la qualità della terna arbitrale. È un percorso che richiede impegno, formazione e tempo, ma è un tassello essenziale per una Federazione che vuole crescere davvero”.