Nella foto, Bruno Pizzul, ospite di 'Quelli che il Calcio' nel dicembre 2019, ricorda le sue telecronache degli eventi nazionali e internazionali di bocce

 

La voce di Bruno Pizzul è inconfondibile. Ascoltarla ancora oggi rimanda indietro nel tempo, facendo tornare in mente le telecronache degli Azzurri del calcio. Erano i tempi dei tanti numeri dieci. Ma il giornalista friulano, nella sua carriera, non ha raccontato soltanto le gesta di Baggio, Signori, Del Piero, Vieri, Totti, Maldini e Cannavaro. Pizzul, infatti, ha abbinato, alla professione, la passione sportiva per le bocce, prestando la sua voce sia alla Raffa che al Volo. La mattina in cui lo telefoniamo, per Pizzul, è un momento di ricordi: poco prima di tuffarsi indietro nel tempo per rammentare i suoi trascorsi ‘boccistici’, il giornalista è al telefono in collegamento con ‘Uno Mattina’, su RaiUno, per commemorare Diego Armando Maradona. 

 

“La passione per le bocce risale alla mia infanzia – ricorda Bruno PizzulSono cresciuto a Cormons (centro che oggi conta poco più di settemila abitanti in provincia di Gorizia, ndr), dove la tradizione per questa disciplina è ancora viva. Parlo di tempi andati, quando la gran parte degli abitanti si cimentava in partite di bocce e i più bravi diventano vere e proprie autorità nella comunità cittadina”.

“Noi bambini aspettavamo il nostro turno. Fungevamo da spettatori alle partite degli adulti. Una volta che finivano di giocare provavamo a fare qualche tiro – la narrazione di PizzulDalle parti nostre si giocava e si gioca tuttora la specialità Volo. Io ricordo bene quando i due mondi erano divisi, distinti anche sotto il profilo organizzativo, prima che le specialità fossero unificate sotto un’unica Federazione. I dirigenti che lavorarono all’unificazione furono persone lungimiranti in un’opera che, mi risulta, stia proseguendo grazie agli attuali vertici della FIB, guidati dal presidente Marco Giunio De Sanctis, in un lavoro teso a rendere il prodotto televisivamente più appetibile”.

 

Tra i dirigenti con cui Bruno Pizzul legò di più, l’ex presidente federale Sandro De Sanctis, “un grandissimo uomo di sport, che ha fatto tanto per il mondo delle bocce e con cui ho avuto sempre un ottimo rapporto. Era l’anima di tante manifestazioni e Gran Prix, nonché del Premio Marche (oggi MB FIB Award, ndr) che ho avuto l’onore di ricevere nel 1990”.

 

“Mi fa enormemente piacere che oggi si lavori molto sulla comunicazione e sull’immagine dello sport delle bocce – il pensiero di Bruno PizzulOrmai è soltanto un vecchio luogo comune che sia una disciplina da bar, La Federbocce è una grande Federazione e, per giocare, sono fondamentali le componenti di carattere fisico, tecnico e tattico di quest’attività sportiva. La preparazione tecnica è fondamentale”.

“È bello vedere incontri di alto livello di bocce, di qualsiasi specialità. Questa disciplina è affascinante – le parole del giornalista che ha raccontato per la tv di Stato cinque Mondiali e quattro Europei di calcioSono stato sempre molto orgoglioso di poter narrare le bocce in televisione, tanto che per un periodo ho curato anche una rubrica di mezz’ora a settimana sulla RAI”.

 

“Tra i miei ricordi più belli – Pizzul torna indietro con la mente – i Mondiali della Raffa di Milano nel 1985 e 1989 e Lugano nel 1991 e, in tempi più recenti, quelli di Roma. Ricordo con passione diverse telecronache del Volo, soprattutto quando ero chiamato a raccontare staffetta, tiro di precisione o tiro progressivo.

“In particolare – le sue parole – a Milano ricordo il punto finale dell’Italia, l’abbraccio finale degli azzurri e il calore delle persone assiepate nel palazzetto dello sport; mentre, a Lugano riuscimmo a vincere contro i padroni di casa della Svizzera. Ogni telecronaca di bocce mi ha lasciato qualcosa dentro. Si tratta di piacevoli ricordi, anche perché i giocatori di bocce, a differenza dei loro colleghi degli altri sport, molti dei quali restii alle interviste, sono stati sempre molto disponibili. E non di rado dopo le partite, insieme, andavamo a mangiare, come è successo a Lugano dopo aver vinto il Mondiale. Le bocce hanno anticipato la tradizione del terzo tempo”.

 

“Mi auguro un futuro sempre più florido per una disciplina sportiva che non potrà mai tramontare”, conclude Bruno Pizzul.

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