Il suo fisico non passa inosservato fra i protagonisti della contesa sportiva. Il suo è uno di quei volti limpidi, dove tracce di sentimento fluttuano come l'ombra di una nuvola sull'erba. Lei, Sara Peretto, diciotto anni compiuti a fine gennaio, ha arricchito la scena petanquistica di grazia, fascino, eleganza, oltre che di un ottimo bagaglio di tecnica.

"Mi sono avvicinata alle bocce – esordisce Sara – come tanti altri giovani, seguendo fin da piccola mio padre sui campi di Pontedassio. Il debutto ufficiale da tesserata è avvenuto quando avevo dieci anni, con la società Le Ginestre. Un club che cura particolarmente l'attività giovanile grazie all'impegno degli istruttori Gianni Danio e Lino Ardoino. Con loro sono rimasta sino a due anni fa".

Costretta a competere in un ambiente prettamente maschile, con la maglia gialla del sodalizio imperiese di Pontedassio, nel 2016 ha sfiorato la conquista del suo primo titolo, perdendo la finale del campionato italiano individuale under 15, oltre a cogliere il bronzo del combinato under 14. Pure l'anno successivo si è dovuta accontentare della medaglia d'argento nei tricolori a coppie under 15, con Sandro Negro. Poi il grande salto nella massima categoria sotto le insegne prestigiose della titolata San Giacomo.

"Un debutto importante – sottolinea Peretto – e l'opportunità di confrontarmi con le migliori atlete. Eppoi la grande soddisfazione di vincere l'anno scorso lo scudetto. Il tutto condito dal bronzo nei campionati italiani a coppie under 18 e il successo nel Master di B a Centallo".

Nel campionato di serie A di quest'anno, Sara è stata un punto di forza delle terne del San Giacomo, soprattutto con le socie Ballocchi e Sebban, oltre che con Rattenni e Grillo.

Telegraficamente risponde che “il mio pregio è quello di essere solare, mentre ritengo un difetto essere diretta. La vittoria più bella? Lo scudetto con il San Giacomo. Per contro mi è rimasta le delusione di non essere riuscita a vincere il titolo individuale nel 2016. Sino ad oggi devo ringraziare soprattutto mio padre Andrea che mi ha sempre seguito e consigliato. E non chiedetemi qual'è il mio sogno, perchè è scontato: la maglia azzurra".

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