Bruno Suardi è il primo da destra, con lui nella foto (da sinistra) Molinari, Papandrea e D'Alessandro. Foto scattata nel 1983 a Chiasso, dove si disputarono i primi Campionati Mondiali della Raffa

 

È scomparso all’età di 79 anni (avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 14 dicembre), l’ex campione del Mondo, Bruno Suardi. Cinque volte iridato: tre le medaglie d’oro ai Mondiali del 1983 di Chiasso (coppia, terna e squadre), due i titoli ai Mondiali di Milano del 1985 (terna e squadre).

“La scomparsa di Suardi mi rattrista enormemente – il cordoglio del presidente federale Marco Giunio De SanctisÈ stato un grande campione della Raffa. In possesso di una straordinaria sensibilità nell’accosto che mi consente di collocare Bruno, senza tema di smentita, tra la ristretta cerchia di grandissimi puntisti. Lo ricordo sui campi per la sua educazione e compostezza ma, al contempo, anche per la grinta che lo contraddistingueva”.

“Ho avuto la fortuna, da atleta, di vivere anni in cui noi giovani abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con i grandi campioni dello sport delle bocce. E Suardi era uno di questi. L’ho affrontato diverse volte in varie competizioni di alto livello e non posso dimenticare la costanza che mi richiedeva nel colpire le tante bocce da lui avvicinate al pallino durante ogni partita”, le parole di De Sanctis.

“Ricordo con affetto anche i momenti trascorsi insieme in nazionale – conclude il presidente della FIBNoi più giovani guardavamo sempre a campioni come Suardi, tali dentro e fuori dal campo, per apprendere i segreti della nostra disciplina, ma anche per la nostra crescita umana. Alla famiglia il cordoglio e le condoglianze della Federazione Italiana Bocce”.

 

Di seguito il ricordo del compianto campione lombardo

Sabato 10 settembre 1983, al Palapenz di Chiasso, in Svizzera, insieme con Dante D'Alessandro, Afro Molinari e Angelo Papandrea, Suardi si era aggiudicato la prima edizione dei Campionati del Mondo a squadre. Commissario Tecnico era allora un altro pavese: Piero Bassi, il quale, due anni dopo, nel settembre del 1985, aveva di nuovo convocato "Mister Millimetro" a Milano per la seconda edizione dei Mondiali. Al Palalido di Piazzale Stuparich, su corsie sintetiche allestite per l'occasione, per nulla semplici da domare, Suardi aveva incantato il pubblico con una serie di accosti simili a vere e proprie magie balistiche.

Il grande giornalista Gianni Brera ("gioanbrerafucarlo") ne era rimasto impressionato tanto da scrivere su Repubblica: "Il pavese Suardi accompagnava la boccia al pallino come un maestro che commettesse agli archi o agli ottoni il compito di attaccare un motivo piano e delicato fino alla soavità".

Una vita non facile, la sua. Nato a Pavia il 14 dicembre del 1941, ha incontrato e sposato Agnese con la quale ha pensato bene di mettere al mondo sei figli: Donatella, Robertto, Elisabetta, Claudia, Pierangela e Alessandro. Lo stipendio da dipendente comunale non sempre bastava; perciò, viste le proprie attitudini, il buon Bruno si è dedicato alle bocce, con l'idea di raggranellare un po' di premi, giusto per arrotondare la misera paga e aiutare la famiglia.

Cuore generoso, ma riservato e introverso, Suardi ha scritto pagine importanti di quello che definiamo "boccismo romantico". Ha giocato in coppia con tanti campioni, vincendo numerose gare regionali e nazionali. Ricordiamo, tra i compagni di campo: il vigevanese Valsecchi, il tortonese Claudio Bossoletti, il vogherese Rino Fossati, il lodigiano Rinaldo Monico, l'oltrepadano Tino Bardoni, il piacentino Marzolini e i fratelli Stefano e Mauro Perotti. Poi, naturalmente, ci sono i capitoli sportivi più importanti, legati alle annate giocate in coppia con il godiaschese Carlo Figini - eccelso e talentuoso bocciatore di volo - con il "campionissimo" iriense Romano Scampoli e con il funambolico bressanese Serafino Gatti. Nel periodo in cui Suardi faceva coppia con Scampoli, indossando la maglia delle Terme di Salice, chi scrive li aveva soprannominati "le SS delle bocce" proprio per la crudeltà sportiva con cui eliminavano gli avversari; tra le loro vittorie più prestigiose, spicca la mitica "Mille Coppie", quando le fasi finali si disputavano nello storico bocciodromo "Cimbali" che sorgeva nel quartiere Gratosoglio di Milano. Meriterebbero poi un racconto a parte gli anni in cui "Mister Millimetro" ha giocato con Gatti, vero fenomeno delle bocce. Il 1982, ad esempio, è stata una stagione irripetibile, rimasta negli annali: 50 vittorie su 52 gare, di cui ben 28 a carattere nazionale; tornei i cui tabelloni contavano 512 o addirittura 1024 coppie. Altri tempi. "Boccismo romantico", per l'appunto.

A Bruno, purtroppo, è rimasto solo un cruccio: nonostante abbia conquistato la maglia iridata con la nazionale, non è mai riuscito a vincere un titolo tricolore. Ci è andato vicino molte volte. Nel lontano 1972, a Motta di Livenza, in coppia con un giovanissimo Gatti, si era arreso di fronte al gioco scintillante e imperioso dei lodigiani Monico e "Cina" Franchi. Più tardi, nel 1996, in coppia con Mauro Perotti - altro volista di immenso talento - quando entrambi indossavano la maglia della "Poiani" di Lodi, la finale degli Assoluti sembrava già vinta; ma, in quel di Reggio Emilia, all'interno di un Palazzetto dello Sport gremito all'inverosimile, la sfortuna ci ha messo lo zampino e anche qualcosa di più, negando a Suardi la soddisfazione di un titolo italiano che il campione pavese avrebbe meritato più di chiunque altro. Misteri dello sport. Misteri del fato. Quello stesso fato che, oggi, ha deciso di rendere immortale "Mister Millimetro".

Bruno Suardi, infatti, non c'è più: se n'è andato, lasciandoci tristi e affranti; ma il mito di "Mister Millimetro" rimane e rimarrà per sempre nella storia del boccismo e dello sport italiano.

Ciao, campione!

Com'era solito scrivere "Gioanbrerafucarlo": - Ti sia lieve la terra... -

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