Francesco Stefanizzi è un giovane atleta della Boccia Paralimpica, campione italiano Individuale della categoria BC2, titolo conquistato a Torino nel luglio 2019 e a Roma nell'ottobre 2021. Pugliese, affetto da tetraparesi spastica, vive a Cutrofiano, in provincia di Lecce, e gioca con la Sannicolese, società bocciofila, Centro Avviamento Bocce, dove si pratica Raffa e Boccia Paralimpica. L’atleta è il 17° ospite della rubrica “BocceMore”

La Boccia Paralimpica è uno dei fiori all’occhiello del movimento boccistico. Con il Presidente Marco Giunio De Sanctis, il movimento è cresciuto in maniera esponenziale...personalmente sei mai riuscito a "tirar fuori casa" qualche ragazzo e a farlo innamorare di questa disciplina?

"Sì, il movimento è cresciuto e continuerà a crescere, ne sono certo. Quando ho deciso di diventare tecnico, ero consapevole del delicato compito di coinvolgere nuovi ragazzi, magari diffidenti, in un percorso sportivo meno attraente rispetto a ciò che può essere il calcio, per esempio. Non mi piace parlare di “tirar fuori casa”, quanto piuttosto “accompagnare nella scoperta di qualcosa di diverso dalla routine quotidiana”. Tutto il resto lo lascio fare allo sport e alla voglia personale di sfidarsi e sperimentare. Sarebbe interessante, piuttosto, chiedere a questi ragazzi se si sono innamorati della boccia! Personalmente, posso dirti di aver fatto centro in diverse occasioni e questo mi riempie di gioia".

Cosa ti spinge a continuare a giocare? 

"Sono campione italiano cat. BC2 e faccio parte della rosa della nazionale italiana. Già questo basterebbe come stimolo per fare bene e migliorarsi. Ma io cerco sempre quel qualcosa in più, ciò che fa la differenza, quell’elemento di novità. Di primo impatto, le bocce potrebbero sembrare uno sport statico, ma più entri nel gioco e cresci, più ti rendi conto che non è così. Partendo dai fondamentali, ci si concentra sulle dinamiche e sulle tattiche del gioco, soppesando gesto atletico e fantasia. La meta è sempre la stessa, ma ci sono infiniti modi per arrivarci. È quello che ogni giorno cerco di fare con i miei ragazzi!"

A livello di immagine, un’ascesa importante con l’accostamento della disciplina al marchio BMW Specialmente.. Sei orgoglioso che un brand come BMW vi rappresenti?

"Assolutamente sì. È indispensabile avere alle spalle un marchio che sostenga il movimento e, quando è così prestigioso, è davvero un onore. Mi piacerebbe anche che si iniziasse a scommettere sulle piccole realtà fin dagli albori al fine di promuoverne la crescita più rapida, così da coniugare il lato economico all’aspetto umano, ma mi rendo conto che il rischio sarebbe più alto". 

La boccia paralimpica è un gioco inclusivo e un movimento in ascesa, come dimostrano i numeri...cosa ti aspetti nei prossimi anni? 

"Sicuramente di vedere l’Italia rappresentata alle prossime Paralimpiadi. E perché no? Magari prendendo parte a questo sogno azzurro! Poi volgendo lo sguardo in giù verso il vivaio, vorrei vedere una maggiore inclusività, magari servirebbe a valorizzare maggiormente lo spirito di questo fantastico sport!".

Vuoi convincere un ragazzo a praticare la boccia paralimpica... Cosa gli diresti?

“Ascolta, provare non ti costa nulla! Facciamo così: vieni al bocciodromo, prova a fare un tiro, divertiti e… vinci! Se la prossima volta che c’è allenamento non torni, alla prima occasione ti offro una birra!” Fino ad ora, non ne ho pagata nemmeno una, sempre pronto a brindare vittorie (personali e non, s’intende!)".

Come hai iniziato a giocare?

"Un po’ per gioco. Punto dopo punto, mi sono accorto di avere la stoffa, quella di mio nonno che ha giocato in serie A. Oggi continuo a mettermi alla prova, anche in veste di tecnico e mi immagino di assaporare i traguardi raggiunti INSIEME, traguardi che hanno il gusto del sudore, della fatica, delle lacrime, della concentrazione e he posso concretizzare in due ori.  Ma grandi soddisfazioni ancora arriveranno!"

Scrivi un ringraziamento alla Boccia….

"Cara Boccia, ti scrivo “così mi distraggo un po’…”. Grazie per concedermi, ogni volta che sono sul campo, uno spazio di tempo tutto per me, dove prima di ogni tiro il mondo sembra bloccarsi, mentre la concentrazione prende il sopravvento: lì, in quell’istante solo io e il pallino, tutto il resto tace. Sposto l’attenzione su un unico obiettivo, dimenticando tutto il resto: lascio andare la boccia e metto il punto decisivo. Che adrenalina! Giochiamo ancora? Io di te non mi stanco mai. Grazie”.

Oltre allo sport, cosa ti appassiona nella vita?

"Attualmente sono laureando in Economia e finanza e coltivo la mia più grande passione che è quella per il teatro! Mente continuo a scrivere e a studiare, mi visualizzo nei palchi dei teatri più prestigiosi: chissà!!". Ma ora stop ai sogni: pensiamo a vincere anche la prossima partita! Anche il prossimo Mondiale! E che sboccino i migliori!".

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