Mattia Falconieri, classe 2003, atleta della Brb Ivrea, è il terzo ospite della rubrica di approfondimento "BocceMore". 

Come ti sei avvicinato al mondo delle bocce?

Mi sono avvicinato al mondo delle bocce all’età di 3 anni grazie a mio padre che, al tempo, allenava i giovani nel club dello Zerbion di Chatillon, comune della Val d’Aosta dove sono cresciuto. Dopo aver provato a giocare mi appassionai, iniziando così un percorso di crescita, che porto avanti ancora oggi.

Dimmi 3 cose che diresti per convincere un bambino a giocare a bocce…

Se dovessi convincere un bambino gli direi che sicuramente avrebbe la possibilità di crescere in un ambiente sano e al tempo stesso avrebbe anche l’occasione di conoscere un sacco di gente di tutte le età; grazie allo sport e ai sacrifici che comporta, imparerebbe sicuramente ad organizzarsi, cosa utilissima da un punto di vista scolastico ma nella vita in generale; infine gli direi che grazie alle bocce, con il giusto impegno, potrebbe raggiungere traguardi a cui non avrebbe mai pensato di arrivare nella sua vita.

Quali campioni per te sono esempi di correttezza, stile, tecnica nell’accosto e tecnica nella bocciata...

Sicuramente il mio compagno di squadra Mario Suini : è stato ed è tuttora un maestro dell’accosto, tecnica e precisione. Se parliamo di ‘stile’ invece, sono sempre stato affascinato dalle bocciate di fuoriclasse come Emanuele Ferrero e Gigi Grattapaglia.

Se avessi una bacchetta magica con il potere di esaudire un solo tuo desiderio, cosa chiederesti?

Vorrei che gli sport paralimpici avessero un’enorme visibilità: ben 69 medaglie nelle ultime Paralimpiadi, secondo risultato di sempre per l’Italia,  ma anche storie di vita, prima ancora che di sport, perché dietro ogni atleta c’è una storia di vita meravigliosa, in cui lo sport rappresenta l’occasione per riscattarsi, o addirittura rinascere. L’abnegazione e il coraggio di questi atleti possono  essere un grande esempio per tutti.

Scegli un campione del mondo dello sport in generale che stimi e perché proprio lui.
In assoluto ammiro Kobe Bryant, uno tra i migliori giocatori nella storia dell’NBA. Mi ha sempre affascinato il modo in cui ha perseguito i suoi obiettivi, con grande tenacia e perseveranza, raggiungendo sempre ciò che desiderava, senza mai arrendersi. Proprio grazie al suo carattere, è sempre riuscito in tutto, dentro e fuori al parquet, e sempre a testa alta. Chapeau.


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