Un Campionato Europeo da ricordare per la Nazionale Under 23 di Pétanque, che in Spagna ha conquistato due prestigiose medaglie: l’argento nella prova a terne e il bronzo nel tiro di precisione. Un risultato importante, frutto di impegno, spirito di squadra e crescita costante del gruppo guidato dal coach Mosè Nassa e dal capo delegazione Francesco Furlani.

Per Michele Ferrero, quasi 19 anni e già tre partecipazioni agli Europei, è stato un doppio traguardo inatteso:

“Ci tenevo ad arrivare sul podio, ma non mi aspettavo di conquistare due medaglie. Non era facile: gli avversari erano molto preparati, soprattutto la Francia, vincitrice di entrambi i titoli. Mi sono allenato intensamente, sia individualmente che con la squadra, partecipando a diverse competizioni durante l’anno”.
Il giovane piemontese torna a casa con grande entusiasmo e consapevolezza:
“Nella competizione a terne è stato tutto inaspettato. Credo che a fare la differenza sia stata la nostra unione e lo spirito di squadra”.

Soddisfazione anche per Davide Caporgno, 22 anni, all’ultimo appuntamento europeo con la categoria U23, che guarda al risultato con orgoglio, ma anche con voglia di migliorarsi ancora:

“È andata bene, siamo riusciti ad arrivare a medaglia. C’è un po’ di rammarico perché avremmo potuto ambire anche all’oro, ma contro la Francia serviva una prestazione impeccabile anche sotto il profilo mentale e forse abbiamo sofferto un po’ la tensione”.
L’atleta ha voluto sottolineare l’importanza del team e del supporto ricevuto:
“Il CT è stato impeccabile, ci ha supportati e spronati a dare il massimo mentre il capo delegazione, Francesco Furlani si è dimostrato sempre pronto a rispondere a ogni nostra necessità”.
Già campione europeo nel 2023, Caporgno è determinato a crescere:
“Bisogna allenarsi anche sull’aspetto emotivo, così da arrivare sempre più pronti alle prossime manifestazioni e fare ancora meglio”.

Tra i protagonisti spicca Demis Vaillati, 20 anni, torinese, alla sua prima esperienza europea dopo appena tre anni di pratica nella Pétanque:

“Dedico questo risultato alla mia famiglia e alla mia ragazza: mi hanno aiutato a superare le ansie e a gestire la pressione, anche a distanza. È grazie a loro se sono riuscito a vivere questa esperienza con serenità”.
La passione, racconta, nasce in famiglia:
“Provengo dal Volo, ma quando ho provato questa specialità me ne sono subito innamorato. Ora voglio continuare a migliorare: il mio obiettivo è arrivare al Mondiale. Sono consapevole di dover crescere ancora, soprattutto nella grinta e nella strategia di gioco, ma questa esperienza mi ha dato fiducia”.
Un risultato che, per lui, ha un sapore speciale:
“Dopo solo tre anni di Pétanque, essere convocato per un Europeo non è scontato. Ho provato tanta emozione e ci ho messo un po’ a realizzare questo straordinario successo”.

Anche Roberto De Glaudi, 19 anni, ha vissuto la rassegna di Benejuzar con voglia ed entusiasmo. Come il suo compagno Demis, arriva dal Volo e gioca a Pétanque da tre anni:

“Diego Rizzi è stato la mia musa ispiratrice: vorrei arrivare dove è arrivato lui. La sua precisione e il suo carattere lo rendono unico. Mi piacerebbe un giorno disputare una gara insieme”.
Sulla prestazione, analizza con lucidità:
“In finale non abbiamo giocato con la concentrazione giusta. Era la mia prima finale europea e la poca esperienza in certe situazioni si è fatta sentire. Il tifo è stato entusiasmante, mi ha caricato ma allo stesso tempo travolto dalle emozioni. L’ho giocata fino alla fine per vincere, e sono soddisfatto perché sono maturato molto, sia mentalmente che sul piano tecnico”.
Fondamentale, anche per lui, il sostegno affettivo:
“La mia fidanzata mi ha seguito in streaming, non si è persa una partita. Quando sono tornato a casa mi ha detto che avrei potuto fare meglio (ride ndr), ma era orgogliosa di me”.
Convinto che le bocce possano coinvolgere sempre più giovani, propone una via concreta:
“Sarebbe bello organizzare open day per far provare ai più piccoli questa disciplina. È uno sport che rilassa, aiuta a staccare dai pensieri e a condividere momenti con gli altri. In Piemonte siamo in tanti, e questo è un segnale positivo”.
Uno sguardo anche al futuro:
“Il mio obiettivo è vincere un Europeo. Devo molto al CT Mosè Nassa, che ha creduto in me fin dal primo campionato: spero di aver ripagato la sua fiducia con i risultati in campo”.

Un gruppo giovane, affiatato e determinato, che ha dimostrato di saper competere ad alti livelli e rappresentare con orgoglio i colori dell’Italia. Le due medaglie europee raccontano un percorso fatto di passione e sacrifici: ingredienti necessari per continuare a crescere e sognare in grande.

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