A quasi tre settimane di distanza dal Mondiale di Pétanque disputato a Roma dal 18 al 21 settembre, Alessio Cocciolo, protagonista insieme a Diego Rizzi della medaglia di bronzo nella specialità coppia maschile, guarda indietro con lucidità, consapevolezza e un pizzico di rammarico.

“Puntavamo all’oro – racconta Cocciolo – ma possiamo comunque ritenerci soddisfatti. Portiamo a casa una risultato importante, frutto di tanto lavoro e sacrificio. È chiaro che resta un po’ di amaro in bocca, perché volevamo arrivare fino in fondo, ma tornare con una medaglia al collo è comunque motivo di orgoglio”.

Il percorso della coppia azzurra è stato solido e costante, fino alla semifinale poi persa contro una delle squadre favorite, che ha poi conquistato il titolo iridato. Una sfida intensa, disputata in condizioni non facili.

“È mancata un po’ di freschezza fisica – spiega l’azzurro –. Abbiamo giocato la partita la sera, dopo una giornata lunga e impegnativa, e la stanchezza si è fatta sentire. Anche la concentrazione ne ha risentito, e contro avversari di altissimo livello ogni dettaglio può fare la differenza. Parliamo comunque di una formazione che avevamo già battuto in precedenza, segno che il nostro potenziale era alto”.

Nonostante la delusione, il legame e l’intesa con Diego Rizzi restano un punto di forza imprescindibile.

“Con Diego giochiamo insieme da quasi quindici anni, ci conosciamo a memoria. Alla fine del match ci siamo detti che, se avessimo potuto disputare la gara il giorno dopo, forse sarebbe andata diversamente. Ma quello che conta è il percorso fatto: un cammino costruito sulla fiducia e sull’affiatamento, elementi fondamentali per ottenere risultati di livello”.

Ora, però, è già tempo di guardare avanti. Cocciolo ha in programma nuovi appuntamenti internazionali e un 2026 che si preannuncia intenso.

“Parteciperò a un paio di gare in Francia, poi con l’anno nuovo inizierò la preparazione per i prossimi grandi obiettivi con la Nazionale: l’Europeo in coppia, i Giochi del Mediterraneo e un nuovo Mondiale. Ogni esperienza serve per crescere, e quella di Roma ci ha dato tanto”.

A casa, la famiglia ha accolto con affetto e orgoglio il ritorno del suo atleta.

“Erano dispiaciuti, certo, ma hanno riconosciuto tutto l’impegno e la dedizione che abbiamo messo in campo. Quando si dà tutto, non ci sono rimpianti”.

Il bronzo mondiale, dunque, è un punto di partenza, non di arrivo. Per Alessio Cocciolo, la voglia di migliorarsi e portare in alto i colori azzurri è più viva che mai.

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