Una pennellata d'argento tracciata dal giovane artista italiano Michele Ferrero sulla tela iridata di Bangkok ha infiammato l'entusiasmo e salvato il Club Italia da una astinenza malandrina. Dopo la prima convocazione azzurra nell'Europeo Giovanile dello scorso anno, il baby diciassettenne, detentore del titolo italiano di tiro di precisione under 18, stavolta non si è fermato nei quarti di finale, arrivando a sentire il profumo dell'oro nella rassegna mondiale tailandese, per la specialità del tiro di precisione, al termine di un percorso superbo, mai in difficoltà, tranne nel match decisivo contro il padrone di casa Aramrod :9-6, 12-6, 9-10, 9-0, le tappe del successo tailandese. Il talentuoso Ferrero ha iniziato il suo “star trek”, il viaggio fra le stelle della petanque. Ma con la sua banda (Fabio Musso, Davide Barbero, Dylan Donati) non è riuscito a suonare il rock. La formazione giovanile aveva creato i presupposti per un sogno ambizioso, alla luce dei quattro successi su cinque, ottenuti in qualifica, capaci di fruttare un beneagurante sesto posto nel “sistema svizzero”, così come la vittoria negli ottavi ai danni della Svezia. Purtroppo è stato il Marocco e negare agli azzurrini l'ingresso sul podio. 

“Una medaglia storica – ha commentato il presidente federale Marco Giunio De Sanctis – che ci riempe d'orgoglio. L'argento di Michele Ferrero è un grande risultato per l'Italia. I giovani stanno dimostrando di essere all'altezza dei seniores. Peccato per la Femminile dove non siamo ancora riusciti a colmare il gap a livello mondiale; purtroppo c'è ancora una grande distanza che cercheremo di colmare con tanta più attività e promozione".

Come sottolinea il citì della giovanile, Mosè Nassa: ”Ferrero ha evidenziato una freddezza glaciale, ritrovandosi molte volte sotto nel punteggio, e reagendo in maniera esemplare. Dopo dieci anni riportiamo a casa una medaglia. Contento del risultato e della preparazione di Michele il quale ha dimostrato di poter competere a livelli altissimi. Per quanto concerne la squadra, si è ben comportata sino agli ottavi, anche se devo evidenziare alti e bassi dovuti un po' all'inesperienza, con tre esordienti, e in parte dovuti alla tensione. Comunque mi ritengo soddisfatto dell'esito finale“. 

Le luci sulla squadra Femminile formato mondiale, restano spente. La festa non vuole iniziare, così come la favola che avrebbero voluto scrivere Valentina Petulicchio, Sara Dedominici, Alessia Bottero, Mariangela Arcesto. La sconfitta per mano della Svezia, nel recupero acciuffato per i capelli al termine della fase di qualificazione, è la malinconica liquidazione di sogni e ambizioni cullati dopo il percorso dello scorso mondiale di Santa Susanna e nel ricordo dello storico bronzo cinese del 2017.  

Questa selezione azzurra – ha commentato il citì Riccardo Capaccioni – rappresenta il meglio che in questo momento il nostro movimento offre. Il mondiale tailandese ha rappresentato una copia, brutta, del mondiale cambogiano del 2019. La difficoltà estrema dei terreni e la gestione delle emozioni hanno creato una combo micidiale che non siamo riusciti a gestire e siamo crollati praticamente subito. Nello spareggio la Svezia non ci ha dato tregua e si è così interrotta la nostra corsa iridata. Anche nel tiro Sara Dedominici non ha saputo esprimersi come sa. Il livello tecnico e mentale delle nostre atlete – ha proseguito Capaccioni – non è per ora all'altezza di un mondiale giocato in terra asiatica, dove i campi sono preparati in modo particolarmente tecnico e presentano la vera insidia. La prova a terne è ancora lacunosa e occorre lavorare molto “. 

Per il capo delegazione Moreno Rosati, vice presidente federale: “Si è trattato di un mondiale particolarmente competitivo, considerata la presenza di molte nazioni asiatiche, ovviamente favorite dal fatto di giocare in terra tailandese. Sono soddisfatto del comportamento del team in tutte le sue componenti. Anche nei momenti più difficili non è mai mancato il supporto e il calore nei confonti dei nostri atleti. Per quanto concerne il profilo tecnico ho assistito ad incontri di alta intensità emotiva e adeguata caratura tecnica, ma nel contempo ad altri deludenti e decisamente non all'altezza di una competizione mondiale. Ottima la medaglia d'argento di Michele Ferrero, mentre mi sarei aspettato di più dalle terne sia femminili che giovanili. Torniamo dalla Thailandia consapevoli di essere sulla buona strada, ma anche di doverci impegnare con maggiore professionalità per poter competere con le maggiori potenze del movimento internazionale. Un grazie sentito al presidente Marco Giunio De Sanctis e al consiglio federale per l'ennesima opportunità concessami nel rappresentare i colori azzurri nell'evento iridato". 

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