Nella terra del Gran Premio di Monaco è sfrecciata sul traguardo dell'Europeo Espoirs, una rombante Formula Uno, ma al volante dell'Azzurra Bull non c'era Verstappen, bensì Mosè Nassa. Suo il compito di sollecitare e controllare le pulsioni di un motore i cui cavalli corrispondono ai nomi di Eros Azize, Davide Caporgno, Andrea Damiano, Jacopo Gardella. L'Italia degli Under 23 è tornata dal Principato, dove si è consumata l'undicesima edizione dell'Europeo, con al collo la medaglia più preziosa, quella di cui si fregiò per la prima volta nel 2015, ed una di bronzo. Dopo un percorso di dieci anni, costellato da tre argenti e tre bronzi, stradominato dagli otto titoli francesi, finalmente il giusto premio ad una straordinaria continuità. Quella evidenziata pure in questa circostanza, con un ruolino di marcia esaltante sul piano della caratura degli avversari. 

“È stato un Europeo importantissimo perché ha visto il trionfo italiano nella specialità boccistica più diffusa al mondo – ha affermato il presidente federale Marco Giunio De Sanctis – La medaglia d’oro, compresa quella di bronzo, mi ha reso felicissimo, perché siamo tornati a vincere confermando la straordinaria continuità delle nostre nazionali. La crescita del movimento boccistico della Petanque è necessaria se si vuole ottenere un giorno il traguardo dei Giochi Olimpici. A tal fine, il Consiglio federale sta lavorando affinché la Petanque si espanda in tutte le regioni d'Italia, come sta avvenendo da alcuni anni, e non più confinata alle tradizionali quattro regioni”.

Grande la soddisfazione del commissario tecnico Mosè Nassa, al suo secondo impegno con la nazionale giovanile, dopo l'argento dello scorso anno. “Una fantastica esperienza – ha sottolineato al termine dell'impresa continentale - . Un successo, non solo figlio dell'impegno e del gioco, ma soprattutto maturato sul piano della mentalità. Sintetizzando direi che abbiamo vinto con la testa. E' stata la vittoria in semifinale contro la Francia a convincerci di poter imporre il nostro gioco, di poter prendere al laccio il titolo. Si è trattato di un match difficile sotto ogni punto di vista. La storica rivalità, il loro eccezionale bagaglio tecnico; una terna che gioca nei senior; secondi nel master internazionale; Baudino vincitore del torneo della Marsigliese... In più aggiungiamo il fatto di essere andati sotto nel parziale. E' soprattutto lì, nel momento di dover reagire per rimetterci in gioco, che è emersa la capacità di mantenere lucidità e tensione agonistica. Anche in finale, contro la Spagna, è risultata determinante la testa. Siamo arrivati sul parziale favorevole di 7 a 0, e dopo alcune giocate loro erano riusciti a raggiungerci. In quella circostanza non abbiamo ceduto moralmente. Anzi, sul 7 a 7, nel dover scegliere fra l'accosto e una bocciata difficile, abbiamo rischiato, e la bocciata pulita di Gardella ci ha consentito di tornare in vantaggio. Dal 9 a 7, al 9 a 8, 10 a 8, 12 a 8. Anche i ben 6 pallini salvezza colpiti dagli spagnoli non hanno fatto vacillare i ragazzi. La sfida verso l'oro è durata due ore e un quarto. Nel tiro di precisione Jacopo aveva già compiuto l'impresa di superare nei quarti di finale il campione in carica e probabilmente aveva consumato parecchia adrenalina, quando si è presentato alla semifinale. Non è partito bene e questo ha influito sul prosieguo della prova. Ma succede in questa specialità, spesso legata ad esiti aleatori “. 

Anche il consigliere federale Sergio Ripamonti, in veste di dirigente accompagnatore della selezione italiana, ha espresso parole di elogio nei confronti del team azzurro. “Era la mia esperienza con la petanque a livello europeo ed è stato qualcosa di veramente spettacolare ed emozionante. Ho appena scritto ai ragazzi e al tecnico Nassa, di essere onorato di aver fatto la loro conoscenza. E' stata la vittoria del gruppo. Un gruppo coeso, bravissimo di testa oltre che nella tecnica. Nonostante le tantissime difficoltà, non hanno mai mollato. Sono stati a dir poco fantastici. Buona l'organizzazione e perfetta la location”. 

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