L'ultima bocciata del Campione, ci ha lasciato Antonio Riva

Classe 1940 ma con lo spirito di un giovincello e l'esperienza del Campione, quello doverosamente con la C maiuscola, ci ha lasciato Antonio Riva, una delle leggende tricolori ed iridate delle bocce.
La Raffa era la sua passione ma da grande atleta e poi tecnico non aveva mai mancato di osservare l'intero mondo boccistico per carpirne i segreti e metterli in campo.
Il suo ultimo match è stato quello contro la malattia che oggi ha avuto il sopravvento lasciando nello sconforto chi lo aveva conosciuto sia nelle corsie ma anche semplicemente come uomo, un uomo tutto d'un pezzo, deciso, attento ad ogni particolare e sempre prodigo di consigli.
Una carriera da incorniciare la sua: nato a Verbania, coglie il primo alloro tricolore a Piacenza, a sedici anni, in occasione dei Campionati Italiani Under 18. Bis l'anno successivo a Bologna, tris nel '58 a Modena.
Da lì ha inizio una cavalcata boccistica sfolgorante: tre titoli Mondiali, sei Europei e otto Italiani, con un migliaio di gare vinte complessivamente. Un centinaio le sue presenze con la maglia Azzurra.
Dal 1993 al 2004 ricopre con successo anche il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale Italiana delle bocce sintetiche.
Negli anni d’oro della Raffa è stato il portabandiera, l’ambasciatore nel Mondo delle bocce tricolori.
A Possaccio non mancava mai negli appuntamenti importanti, squadra locale che aveva seguito fino a poco tempo fa come CT.
Grazie a lui il nostro sport è arrivato in Cina, per Malta è stato Commissario Tecnico, ed è lui che ha creduto al sogno di Dario Mazzolini di un Possaccio nelle massime serie dei Campionati Italiani a squadre, seduto in panchina fino a quando ha potuto e poi passando il testimone al suo vice Sergio Tosi.
Sempre nel cuore della nostra Federazione è stato festeggiato durante i Campionati Italiani Juniores 2018 a Possaccio dove ha indossato come padrino la maglia di Campione del Mondo ed è stato festeggiato dal Presidente Federale Marco Giunio De Sanctis e dai suoi collaboratori.
Oggi il nostro sport si trova orfano di un grande Campione, che lascia un vuoto inestimabile.