Bocce, a Brenta banchetta Milano nel ricordo di “Ghiacciolo”

Una competizione dominata dalle bocciofile del capoluogo lombardo, disputata facendo commossa memoria dell’indimenticata figura di Mario Molteni.
I campi di Brenta posseggono la caratteristica irrinunciabile di essere capaci d’indurre alla seduzione: in questa edizione, intesa a ricordare con il consueto affetto e la profonda partecipazione la mitica figura di Mario Molteni, l’indimenticato e indimenticabile “ghiacciolo”, com’era amorevolmente chiamato da tutti, disputata al pomeriggio del sabato, in contrapposizione alle tradizionali esibizioni serali, compare l’immagine ieratica del piccolo, nascosto impianto a ridosso della collina, immerso nel verde tipico della zona.
La scelta avrebbe lo scopo di scongiurare ore immerse nella profonda quiete notturna e di favorire una conclusione più compatibile con orari meno esclusivi.
Non è stato proprio così, le eliminatorie che avrebbero dovuto consacrare i due finalisti locali si sono concluse in tempi ragionevolmente rapidi, ma poi l’attesa si è prolungata di molto per ricevere i vincitori delle altre eliminatorie destinate al bocciodromo di Cuvio.
Ha dominato Milano, come appartenenza alle varie bocciofile impegnate, tre su quattro con altrettante società rappresentate; è pur vero che i vessilliferi di Oliveri e Speroni – Cozzi e Gnuva – non erano altro che due transfughi della Bederese, emigrati quest’anno verso altri lidi, tuttavia la preponderanza estranea alle bocciofile varesine era consistente.
Latitavano, questa volta, le figure locali, le quali in passato avevano fatto pesare la loro conoscenza dei terreni di gioco, che tuttavia, dopo il rifacimento, offrono soluzioni abbastanza regolari, consentendo a molti giocatori una corretta interpretazione.
Si è visto uno spettacolo notevole, sia in termini di accosto che in bocciata, sovente molto vicine alla perfezione. Cozzi ha fornito con continuità sia alla quarta che alla quinta partita giocate pregevoli che non hanno dato scampo a Gazziero – della Casa del Giovane, di Milano, tanto per non smentirsi – e a Longhini di Daverio, mentre Marta, veramente ispirato, non lasciava scampo a Oldrini, come sempre preciso nelle bocciate di volo.
Finalmente l’attesa per l’arrivo dei “cuviesi” finiva permettendo l’esecuzione delle due semifinali che avevano uno svolgimento abbastanza veloce: Gnuva schizzava in avanti con Giorgetti in modo perentorio portandosi rapidamente sull’8-0, poi il casciaghese cominciava a intessere la sua paziente ragnatela rimontando fino a 8-6, dando l’impressione di poter capovolgere la contesa. Non è stato così: un’ultima mano sciagurata donava all’avversario il successo che pareva in bilico.
Sull’altro fronte il Cozzi pareva voler proseguire sulla falsariga delle giocate precedenti, si portava in vantaggio di cinque punti, poi Marta decideva di calare il pesante drappo teatrale e d’impedire in tal modo qualsiasi visione che non fosse la sua, fino all’inevitabile 12-5 che sanciva il suo ingresso trionfale alla finale.
Davvero trionfale, perché la stessa intonava un ritornello spietatamente ripetitivo, Gnuva non si raccapezzava mai, si passava dallo 0-4 iniziale ai successivi 0-7, 0-9 e 0-11 fino al 12-0 che non ammetteva discussioni di sorta.
Premiazione officiata magistralmente “more solito” da Mauro Giudici, qualche momento di genuina commozione nel ricordo di “ghiacciolo”, onorato dalla partecipazione massiccia dei suoi familiari e fuori, il cielo che avrebbe dovuto essere imbronciato e scaricare nugoli di pioggia, rimaneva ancora pervaso da dubbi e alfine decideva di graziare gli astanti con una timida brezza, satura sì di umidità, ma comunque benevola e pervasa di sentimenti amicali.
Roberto Bramani Araldi
Fonte dell'articolo:
- Varese News
- Luino Notizie/Eco del Varesotto