Ci sono atleti che lasciano un suggello indelebile nel mondo dello sport. Alcuni li definiscono leggende, altri semplicemente campioni. E di fuoriclasse, nei suoi 120 anni di storia, la Federazione Italiana Bocce ne ha conosciuti parecchi. Gli appassionati della specialità Raffa sono prodighi di racconti inerenti ai miti della disciplina. Nel corso dei decenni sono state composte pagine indimenticabili sui giocatori più rappresentativi. Pagine ormai un po’ sgualcite, corredate da fotografie in bianco e nero, ma ancora impresse nella memoria dei meno giovani. Quelle pagine descrivono un ambiente che non c’è più, caratterizzato dagli sportivi di una volta, che amavano frequentare i bocciodromi in giacca e cravatta: personaggi dello scorso millennio, di cui è rimasta chiara traccia negli annali. Altre epoche, stili di gioco e conformazione dei campi diversi da quelli attuali. Proprio per questo motivo, istituire un confronto tra i campioni del passato e i campioni di oggi pare quanto mai azzardato. Non esistevano le bocce di adesso, men che meno i metodi di allenamento dell’era moderna. Non c’era tempo per apprendere trucchi e segreti: semplicemente si entrava in pista, smaniosi di misurarsi con l’avversario, senza essere inquadrati in una categoria. La passione per lo sport unitamente alla determinazione hanno temprato molti atleti, alcuni dei quali diventati autentici fenomeni. Impossibile stilare una classifica partendo da chi è stato il più forte di sempre: ogni campione è figlio del suo tempo, perché ha dovuto affrontare giocatori e situazioni riconducibili al periodo storico in cui è vissuto. Ciononostante, si può individuare un numero considerevole di atleti di altissimo profilo, che hanno contribuito, con i loro successi, a far crescere l’intero movimento boccistico, sia in ambito nazionale, sia in quello internazionale. Tra questi va menzionato Dante D’Alessandro: classe 1950, è tutt’ora in attività e milita nell’A.P.E.R. Capocavallo, in Serie A. Nella sua carriera ha vinto praticamente tutto. Ma non è stato “solo” un campione. Il Dante “nazionale” ha dato vita a uno stile, considerato ancora oggi il “must” per tutti coloro che si avvicinano al gioco delle bocce. Teramano, ha iniziato a gareggiare nel ’69 e può considerarsi uno dei padri fondatori della scuola abruzzese, fucina di campioni del calibro di Renato Scacchioli (’46) e, in epoca recente, di Gianluca Formicone (1971). Nella sua straordinaria carriera, D’Alessandro ha collezionato oltre venti titoli, tra campionati italiani, europei e mondiali. Faro della Nazionale, ha vinto il suo primo Mondiale nell’83, insieme ad altri “mostri sacri” quali Bruno Suardi, Afro Molinari e Angelo Papandrea. Gli anni ’70, ’80 e ‘90 consacrarono atleti eccezionali. Fu il periodo d’oro della Raffa, quello in cui si affermarono le “leggende” Antonio Riva, Giorgio Cairoli, Paolo Luccarini (papà della campionessa Elisa), Roberto Antonini, Giuseppe Pallucca (ora Ct della Nazionale maschile senior), Riccardo Odorico, Rodolfo Rosi (commissario tecnico della Nazionale junior), Vincenzo Natale e Maurizio Mussini (1961). Quest’ultimo, ancora in attività ai massimi livelli, rappresenta un modello di eleganza e di sportività per le nuove generazioni. Altri atleti dalla tecnica sopraffina e dal palmares particolarmente ricco sono il bolognese Andrea Bagnoli, il romano Emiliano Benedetti (il “funambolo” delle bocce), il cremonese Pietro Zovadelli e il varesino Massimiliano Chiappella. L’elenco prosegue con i grandi degli ultimi anni: i fratelli campani Giuseppe e Pasquale D’Alterio, l’abruzzese Gianluca Formicone (soprannominato anche “cannibale” o “computer”, è l’attuale campione del mondo individuale), il marchigiano Mirko Savoretti, i lombardi Gianpaolo Signorini e i fratelli Marco e Paolo Luraghi. E non bisogna dimenticare gli abruzzesi Giuliano Di Nicola e Alfonso Nanni, oltre ai marchigiani Gianluca Manuelli, Michele Agostini e il giovane campione di Erba, Luca Viscusi. Anche in ambito femminile c’è solo l’imbarazzo della scelta. Giocatrice di riferimento delle bocce “rosa” è indubbiamente Germana Cantarini, la “tigre” di Cremona. Attuale Ct della Nazionale femminile senior), Cantarini ha collezionato una serie infinita di successi (23 titoli, fra italiani, europei e mondiali), che l’hanno incoronata regina assoluta della specialità. Nessuna atleta è riuscita, finora, ad eguagliare i suoi record di vittorie. Si avvicina l’emiliana Elisa Luccarini, figlia d’arte, altra splendida protagonista della Raffa internazionale, vincitrice dei titoli mondiali individuali nel 2001, nel 2015 e nel 2019. Tra le eccellenze anche la lodigiana Loana Capelli, la meneghina Daniela Roda, la bergamasca Sara Monzio, la varesina Barbara Guzzetti e la canturina Sefora Corti. In epoca più recente si sono fatte apprezzare la marchigiana Marina Braconi e le giovani Agnese Aguzzi, Chiara e Lea Morano. Chiara Morano è l’ultima vincitrice del titolo europeo individuale seniores. Attuale capitana della Nazionale, ha inoltre contribuito alla vittoria dell’Europeo a squadre, conquistato insieme a Valentina Chicconi (’90), Chiara Gasperini (2000) e Flavia Morelli (’99). Quest’ultima ha trionfato anche nell’Europeo U23.

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