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Milano-Cortina 2026, si litiga ancora per la pista di pattinaggio

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e vicepremier
Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e vicepremier (agf)
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Nulla di fatto. Ora ci sarà uno studio di comparazione per stabilire quale sarà l'impianto che ospiterà le gare di pattinaggio di velocità su ghiaccio dei Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. È stata questa la direzione presa oggi a Palazzo Chigi dalla cabina di regina presieduta dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, alla presenza, tra i membri delle Fondazione Milano-Cortina, anche del ministro dello Sport, Andrea Abodi. In pole resta sempre l'area della Fiera di Rho a Milano, ma il Piemonte scalpita e propone ancora l'Oval di Torino-Lingotto. Si muovono i politici. A fine mese in sede di riunione dell'Esecutivo del Cio, dopo la rinuncia per motivi economici della località inizialmente individuata (Baselga di Pinè), dovrebbe essere presentata la soluzione di Rho. Altra soluzione resta, come detto, l'Oval del Lingotto di Torino che ospitò le gare di pattinaggio velocità dei Giochi del 2006.

Fontana e Sala hanno spinto molto per la Fiera di Milano dove i costi sarebbero ridotti. Fontana ha spiegato che sarebbe addirittura "a costo zero per il pubblico". Inoltre a Milano ci sarà il Villaggio Olimpico, la Medal Plaza. Anche i trasporti e la sicurezza costerebbe meno. Tanti vantaggi insomma rispetto all'Oval di Torino. Torino che aveva già perso la grande occasione olimpica quando la sindaca era Chiara Appendino. Ora il Piemonte rischia di restare definitivamente fuori dai Giochi. Molto duro oggi è stato il sindaco di Milano, Sala. "La pista di pattinaggio a Torino? No, sono pronto a sollevare un problema politico. Torino aveva deciso di non avere le Olimpiadi, mettendo a rischio anche tutto il sistema, ora non si può tornare indietro". Daniela Ruffino di Azione spera che Sala "avrà modo di smentire il suo ostracismo nei confronti della partecipazione di Torino all'organizzazione delle Olimpiadi invernali. Non capisco perché mai dovrebbe sollevare un problema politico quando la disponibilità a Torino di impianti per il pattinaggio dovrebbe dare sollievo alle casse dell'organizzazione visto che non ci sono circuiti di pattinaggio disponibili sull'asse Milano-Cortina. Invito Sala, amministratore che ha dato molte prove di buon senso, a riconsiderare i suoi giudizi su questo punto. A me sembra ingiusto far pagare ai torinesi, ma anche alle casse dello Stato, gli errori e la cecità amministrativa dell'ex sindaco Appendino".

A proposito delle Olimpiadi e del loro costo, Salvini "è determinato a seguire la linea del buonsenso: si devono fare tutte le opere, cercando di coniugare concretezza e massima attenzione ai costi". Lo affermano fonti della Lega aggiungendo che "in questo senso, Salvini sarebbe felice di aggiungere anche il pattinaggio sul ghiaccio nella sua Milano, ma ha chiesto - come il governatore Luca Zaia - una dettagliata analisi dei costi e ha aggiunto che in nessun caso milioni di piemontesi possono essere esclusi pregiudizialmente e solo per la scelta di una amministrazione, peraltro non riconfermata dagli elettori".

Olimpiadi giovanili invernali del 2028 in Lombardia e Trentino, è fatta

È fatta, la Lombardia e il Trentino ospiteranno le Olimpiadi giovanili invernali del 2028. Lunedì prossimo, 27 marzo, arriverà anche il via libera del Consiglio nazionale del Coni. Poi il Cio deciderà al congresso di Mumbai, in ottobre: ma non ci sono altre candidature. Dopo i Giochi di Milano-Cortina 2026, ecco due anni dopo quelli giovanili, circa mille atleti, che saranno ospitati a Milano, Bormio, Baselga di Pinè, Cortina (il bob e lo slittino, ovviamente), Sondrio, Anterselva, Valdidentro. Circa 18 milioni per riadattare gli impianti dopo i Giochi del 2026. Altri milioni serviranno per organizzare. Ma ne vale la pena, l'occasione è unica. Ne aveva parlato di recente Giovanni Malagò dopo che era saltata l'ipotesi di Baselga di Pinè per la pista di pattinaggio fra tre anni. "La mia proposta è di candidare il Trentino e la Lombardia per ospitare le Olimpiadi giovanili invernali 2028, con Baselga che ospiterà le gare in pista lunga. Non ho la certezza che ce le assegneranno, ma il dossier è quasi chiuso. Io credo che ce la faremo. Recuperiamo con i giovani, Baselga sarà comunque una città olimpica", aveva spiegato Malagò. Ora è fatta. L'avvio della procedura per la candidatura dell'Italia alla Youth Olympic Games invernali del 2028 è infatti uno dei punti all'ordine del giorno del 295° Consiglio nazionale del Coni che si riunirà il 27 marzo prossimo a Palazzo H, al termine della riunione della Giunta nazionale, che avrà inizio alle 10. E Roma? Ha perso la grande occasione olimpica del 2024, dovrà aspettare sino al 2040 se vorrà ricandidarsi alle Olimpiadi. Per ora accontentiamoci delle nevi.

Limite mandati, presidenti in pressing

Maxiriunione dei presidenti di Federazione stamattina in sala Giunta a Palazzo H. Tema, limite ai mandati. Con la legge attuale, dopo Parigi 2024, circa venti presidenti non potrebbero ricandidarsi avendo superato tre cicli olimpici, 12 anni. C'è molta tensione. Anche perché dovrebbero lasciare nomi importanti come Petrucci, Chimenti, Binaghi, Urso, Matteoli, Casasco, Abbagnale, Buonfiglio, Aracu, Luciano Rossi, Scarzella. Molti di loro hanno fatto la storia dello sport e vinto tante medaglie. Presente al summit anche un avvocato esperto di diritto sportivo. Tutti i presidenti sono stati d'accordo nel portare avanti la mozione di appoggio al ricorso che è stato presentato alla Corte Costituzionale. Dopo una sentenza del Tar, i presidenti si augurano adesso che la Consulta possa dichiarare incostituzionale questa legge in quanto andrebbe a incidere su enti privati quali le Federazioni sportive. I tempi per presentare questa mozione di appoggio sono stretti, l'ultimo giorno utile è il 28 marzo. Molti gli interventi, fra questi anche di Giunio De Sanctis, n.1 della Federbocce che è al suo secondo mandato. "Questa legge è ingiusta, tutto lo sport deve essere compatto". Molti presidenti si augurano anche che il Coni possa intervenire per appoggiare il ricorso alla Consulta ma Malagò (così come Pancalli) rappresenta un Ente pubblico e non può, e nemmeno vuole, mettersi contro le leggi dello Stato. Le prime Federazioni dovrebbero andare al voto nel settembre-ottobre del 2024, non manca ormai molto tempo. E la paura cresce.