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Malagò-Vezzali a colpi di scimitarra

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali (ansa)
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Altro che fioretto. Ormai, usano la scimitarra... I rapporti fra la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali e il presidente del Coni Giovanni Malagò sono arrivati ai minimi termini. Stima reciproca, d'accordo, ma sul fronte della politica sportiva, e delle decisioni, non ne parliamo. Un battibecco dietro l'altro.

Malagò in passato si era già lamentato perché il Coni, a suo avviso, era stato tagliato fuori dal Dipartimento Sport (dove il capo è un altro suo "nemico", Michele Sciscioli, manager molto stimato da Giorgetti) nella scelta del piano del Pnrr sulle infrastrutture sportive (a breve si dovrebbe avere l'elenco). Ora, il braccio di ferro, con botta e risposta, sul lavoro sportivo e sul vincolo sportivo. La Vezzali, bravissima anche nel contrattacco (basta guardare il suo curriculum...), ha replicato addirittura due volte a Malagò, sino alla tarda serata, con parole e accuse pesantissime: "Sono preoccupata per le esternazioni del presidente del Coni, in un momento in cui il Paese ha bisogno di unità, non di proclami o appelli, come quella appena fatta ai presidenti di Federazione, che dovrebbero ribellarsi a una riforma alla quale si oppone il solo Malagò e che ha invece apportato evidenti benefici in termini economici e di risultati sportivi". La riforma è quella portata avanti, con difficoltà, dall'ex ministro dello sport Vincenzo Spadafora (5 Stelle, dimaiano): sul vincolo sportivo, criticato anche da Petrucci e Gravina, si continua a spostare in avanti la decisione. Prima il decreto aveva fissato, per la sua abolizione, il primo luglio 2022, che è diventato il primo gennaio 2023 con la proroga dello stesso decreto e che è poi diventato il 31 luglio 2023 nel testo approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 7 luglio in prima lettura... Non sono escluse altre deroghe, nella patria delle deroghe. L'abolizione del vincolo era stata decisa a inizio 2021, "non è permesso a nessuno di ignorare il palese contrasto dell'istituto del vincolo sportivo con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico nazionale, internazionale e dell'Ue, ancor più se riguarda i diritti degli atleti minori d'età", ha spiegato ancora la Vezzali. "Io vorrei rifuggire da visioni unilaterali, e vorrei che così facessero tutti, per ricercare un equo bilanciamento tra la posizione dell'atleta, che ha e deve avere la libertà di autodeterminare il proprio diritto a praticare sport, e quella della società dilettantistica, per la quale è comunque previsto il riconoscimento di un premio di formazione tecnica, proporzionalmente suddiviso secondo parametri e modalità determinati da federazioni e discipline associate". Un braccio di ferro infinito, e non ancora finito. Malagò ha replicato oggi alla Vezzali: "Ognuno ha espresso la propria opinione, non si può dire che io non sia informato e competente, ma non aggiungo altro". La stessa Figc di Gabriele Gravina ultimamente non è molto in sintonia con la sottosegretaria, forse per via di alcuni consiglieri della stessa Vezzali poco graditi in via Allegri. Malagò, così come Luca Pancalli, è a favore di un Ministero dello sport con portafoglio: certo, non si augura che venga affidato alla Vezzali dal prossimo governo.

E ora l'attenzione si sposta anche sui contributi straordinari: dovevano arrivare a gennaio, solo venerdì scorso Vito Cozzoli, presidente-ad di Sport e Salute, ha saputo che quei milioni (88, non pochi) era stati finalmente sbloccati dopo un iter burocratico infinito. L'avvocato pugliese ha convocato subito un cda, che si è tenuto lunedì, ma i criteri di distribuzione li ha decisi la Vezzali con un decreto. In un primo tempo sembrava che quei fondi sarebbero andati alla Federazioni con un semplice progetto: ora non è più così, la platea è stata allargata, e ci vuole un bando (veloce, assicurano). Così ha spiegato il comunicato Coni dopo il Consiglio nazionale: "Il Segretario Generale, Carlo Mornati, ha fatto il resoconto sul cda di Sport e Salute sulla delibera relativa ai contributi che non fanno parte della contribuzione ordinaria ma di un fondo istituito nel 2020 in capo all'autorità di governo in tema di sport, pari a circa 88 milioni di euro. L'indicazione dei criteri è stata fatta dal Dipartimento Sport che si avvale di Sport e Salute come ente attuatore. Nel più breve tempo possibile saranno realizzati i bandi in tema di organismi sportivi per la promozione delle attività per un totale di 82 milioni. Il 35% dei fondi saranno assegnati a progetti dedicati a bambini-adolescenti per contrastare la sedentarietà, il 28% a progetti di attività fisica per over 65 e ceti fragili, il 30% a progetti scolastici e prescolastici che portano bambini e famiglie verso le Asd e le Ssd, il 5% per l'attività motoria di base per discipline come nuoto, corsa e le abilità funzionali della ginnastica, il 2% per la Scuola dello Sport per attività di formazione. Sei milioni di euro, invece, sono previsti per Fisi e Fisg per la promozione delle discipline di base in vista di Milano Cortina 2026. Malagò, alla luce di ciò, ha detto che "fortunatamente il Coni non è mai stato invitato" agli incontri con il Segretario con delega allo Sport e la dirigenza di Sport e Salute spa, "ma non esiste" che dei soggetti privati siano vincolati nell'utilizzo dei contributi".

Molto dura è stata la replica in serata di Diego Nepi, dg di Sport e Salute: ". "Non si comprende come il Coni possa decidere di 'procedere contromanò sul tema della ripartizione della contribuzione straordinaria in favore degli Organismi Sportivi, contestando la misura appena varata". "Immaginavamo il Comitato olimpico - aggiunge Nepi Molineris - soddisfatto, felice, per quei soldi - 88 milioni - che, oltre a rappresentare un non trascurabile ristoro agli Organismi sportivi e un impulso all'attività sportiva del Paese, - dalle famiglie agli Over 65 - sono stati distribuiti seguendo il ferreo principio della meritocrazia e dello spirito d'iniziativa, principi fondanti dello sport agonistico e della pratica sportiva. Principi che saranno applicati nella futura distribuzione delle risorse, aprendo così una nuova via, distante dai criteri del passato e illuminata da un orizzonte di equità.

Un orizzonte che dovrebbe essere identico anche per il Coni, nella costruzione di un percorso virtuoso, sostenibile, che possa rappresentare un'eredità certa e fondante per lo Sport, il Paese e quei giovani che avranno la responsabilità di custodire e promuovere quell'eredità". Nepi è stato critico anche sui criteri di distribuzione scelti in passato dal Coni, cui spettava la gestione di quei fondi, tanto da far notare come adesso verrà previsto un"orizzonte di equità". Malagò è rimasto sorpreso e amareggiato sul piano personale, "un dg non deve esprimere quelle opinioni". D'altronde, con Nepi il Coni ha lavorato per anni con tantissime soddisfazioni (sponsor, Casa Italia, eccetera). Il n.1 del Coni ci è rimasto male perché Nepi, come dg, si è lasciato andare a dichiarazioni "politiche", cosa che, sempre secondo Malagò, non gli competeva. Anche Giunio De Sanctis, n.1 della Federbocce, sostiene che certe dichiarazioni spettano alla Vezzali, e non a Nepi, "che è un amministrativo, noi Federazioni non siamo coinvolte". Certo, i rapporti fra Coni e Sport e Salute non sono mai stati facili in questi anni. Figuriamoci adesso... Eppure, nonostante tutto, lo sport italiano vince.

La grande stagione delle bocce. I complimenti di Pancalli a De Sanctis

Il Centro Tecnico Federale di Roma si appresta a diventare teatro di due prestigiosi eventi internazionali: il World Boccia Intercontinental Challenger, gara propedeutica per le Paralimpiadi di Parigi 2024, alle quali spera di partecipare la Federazione Italiana Bocce con qualche azzurro (sarebbe la prima volta, ndr), e la prima edizione dei Mondiali giovanili della Raffa maschili e femminili. Per entrambe le manifestazioni, in programma rispettivamente dal 6 al 14 e dal 19 al 24 settembre 2020, la casa delle Bocce del Torrino ospiterà più di 20 nazioni provenienti da tutto il mondo. La presentazione degli eventi si è tenuta oggi, al Salone d'Onore del Coni di Roma. Nel corso della manifestazione sono intervenuti, tra gli altri, Giovanni Malagò, presidente del CONI, Luca Pancalli, presidente del CIP, Alessandro Onorato, Assessore con Delega allo Sport, Mutlu Turkmen, presidente CBI, Riccardo Milana, Segretario Generale FIB, Roberto Tavani, delegato allo sport della Regione Lazio ed Adriana Bonifacino, Consigliere di Amministrazione Sport e Salute.

"De Sanctis ha le bocce nel sangue, sono il suo DNA, avendo una formazione genetica familiare con lo sport nelle vene - ha affermato il presidente del CONI, Giovanni Malagò - La passione per questa affascinante disciplina sportiva l'ha ereditata dal padre e merito del presidente Marco Giunio De Sanctis è stato quello di aver trasformato la FIB in un unicum nel panorama sportivo nazionale. Parliamo di una disciplina 'first class', grazie all'impulso dato al movimento da De Sanctis e dal Consiglio federale. I numeri sono chiari e, poi, le bocce sono la disciplina, insieme all'equitazione, in grado di favorire lo scambio intergenerazionale. Prossimo obiettivo deve essere quello di trovare spazio nel programma dei Giochi Olimpici".

"Ciò che apprezzo del mondo boccistico è il coinvolgimento tra generazioni - le parole del presidente del CIP, Luca Pancalli - Vedere, oggi, questi ragazzi con la maglia azzurra mi riempie il cuore, perché l'azzurro delle bocce è uguale all'azzurro delle altre discipline sportive. La FIB, con De Sanctis, ha intrapreso questo percorso, non solo sportivo, ma anche politico, finalizzato a dare eguale dignità all'intero movimento rispetto al contesto sportivo nazionale. A settembre, inoltre, oltre ai giovani della Raffa, avremo modo di vedere all'opera gli azzurri della Boccia Paralimpica, disciplina che dà ai disabili gravi grandi opportunità inclusive. La speranza è vedere qualche azzurro della Boccia a Parigi 2024".

Gravina: "Sul lavoro sportivo serve intervento commissioni"

"Il mondo dello sport ha il diritto di evidenziare alcune criticità, per affrontarle e risolverle insieme alla politica". Così il presidente della Figc Gabriele Gravina, ha commentato il botta e risposta sulla riforma del lavoro sportivo tra il n.1 del Coni Giovanni Malagò e la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Valentina Vezzali. "In questo momento le polemiche non servono a nessuno - continua Gravina - ribadisco il contenuto del mio intervento in Giunta: ci sono molte cose buone nel decreto correttivo presentato dalla Vezzali, restano però alcune problematiche, opportunamente sottolineate da Malagò, che spero verranno risolte durante i lavori delle Commissioni parlamentari". "Nello specifico - conclude - mi riferisco all'entrata in vigore della riforma l'1 gennaio 2023 che dovrà necessariamente essere spostata a fine stagione sportiva per non mettere in crisi le società dilettantistiche con un cambio radicale di legislazione a metà campionato. E al tema del vincolo sportivo, la cui cancellazione tout court, senza un accompagnamento biennale, sarebbe deleteria per l'intero sistema di base".