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De Sanctis: “Le bocce sono un grande sport e meritano le Olimpiadi”

Il presidente rieletto con il 90,62% delle preferenze: "Con l’emergenza sanitaria in atto parliamo di un quorum altissimo con un successo quasi plebiscitario, che mi dà più forza ed energia per andare avanti, a testimonianza di come la strada tracciata sia quella giusta"
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Presidente De Sanctis, un trionfo la sua rielezione: più del 90% nonostante ci fosse una rivale.
“È stato un successo insperato per il quorum raggiunto: il 90,62% delle preferenze col 59,50% delle presenze, di poco al di sotto delle presenze registrate a Verona nel marzo 2017. Con l’emergenza sanitaria in atto parliamo di un quorum altissimo con un successo quasi plebiscitario, che mi dà più forza ed energia per andare avanti, a testimonianza di come la strada tracciata sia quella giusta. Il percorso indicato dalla Federazione e dal Consiglio federale, infatti, ha trovato l’approvazione delle società e questo è un dato incontrovertibile”.

Oggettivo sembra anche il fatto che la lunga stagione dei veleni sia finalmente finita, che ne pensa?
“Io me lo auguro, la stagione dei veleni è iniziata a Verona nel 2017. È notorio come non si sia parlato di altro se non di quella ormai famosa registrazione, unica e fraudolenta, a cui è stato posto un punto definitivo dall’archiviazione da parte della magistratura con la motivazione “il fatto non sussiste”. Giustizia è fatta. È indispensabile, d’ora in avanti, essere compatti, coesi e collaborativi, soprattutto in questo momento drammatico. Solo in questo modo si possono continuare a raggiungere gli obiettivi prefissati, proseguendo il percorso intrapreso, anche grazie al supporto delle società sportive”.

Nella sua relazione ha parlato di tutto ciò che è stato fatto nel quadriennio trascorso, volgendo lo sguardo al futuro.
“In tutte le Regioni si dovrebbero praticare le specialità della nostra disciplina: Raffa, Volo, Petanque, attività paralimpica e Beach Bocce, quest’ultima, ovviamente, nei territori che hanno sbocco sul mare. Occorre realizzare progetti mirati per il Mezzogiorno, in modo che nel Sud si possa colmare il gap rispetto al Centro-Nord, dove i numeri sono, di gran lunga, superiori. Uno sport così popolare non può permettersi di non esprimere al massimo il proprio potenziale”.

C’è stato qualcosa nel suo primo mandato che avrebbe voluto fare e che alla fine non è stato possibile realizzare?
“Gli organismi internazionali di Raffa, Volo e Petanque sono troppo lontani da una visione unitaria, coordinati, solo sulla carta, da un organismo, la Csmb, a mio avviso vuoto di contenuti e potere, visto che il suo direttivo non è eletto da tutte le Federazioni aderenti. La mancata unificazione degli organismi è un grande rammarico, perché è stato il motivo che ha condannato lo sport delle bocce alla mancata partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, ovvero nella patria della Petanque. Sono stati persi quattro anni, anche se, in qualche modo, stiamo cercando di recuperare. Soltanto quando si avrà un unico organismo mondiale con tre dipartimenti di settore (Raffa, Volo e Petanque), dotati di autonomia tecnica, si potrà parlare di una vera organizzazione internazionale”.

Le bocce prima erano considerate una ‘Cenerentola’ tra le discipline sportive, ora invece hanno una grande visibilità mediatica. Questo, secondo lei, può contribuire ancor di più per farle conoscere ai giovani?
“La strada della comunicazione e dell’immagine è la più importante. Siamo stati penalizzati, nel corso dei decenni, dagli ormai superati luoghi comuni: sport per anziani, del dopolavoro, dell’osteria. Si tratta di concetti non più validi, considerando che sono trascorsi quaranta anni dall’unificazione delle specialità e dalla trasformazione in Federazione Sportiva Nazionale. La nostra vera dimensione sta passando soprattutto grazie a tutto il lavoro svolto su immagine, comunicazione e marketing, attraverso progetti di brand identity. Siamo una Federazione Sportiva Nazionale completa e accessibile a tutti e lo stiamo dimostrando con numeri e fatti, che fanno da contraltare ai vecchi luoghi comuni. Attraverso la comunicazione ci siamo rivolti all’esterno: dobbiamo piacere agli altri e non solo a noi stessi, che siamo tanto appassionati alla disciplina”.

Dal punto di vista tecnico-regolamentare, secondo lei, è possibile un intervento, affinché lo sport delle bocce possa essere ancora più mediatico e, dunque, maggiormente appetibile a livello televisivo?
“Occorre rendere il gioco più dinamico, moderno e spettacolare, facendo coesistere giochi tradizionali, specialità agonistiche di alto livello, dello sport per tutti e attività promozionali. Attraverso l’attività dell’alto livello occorre mirare alla realizzazione di un format tecnico spettacolare, più moderno e veloce”.

L’ultimo quadriennio ha visto la forte espansione dell’attività paralimpica, sia relativamente alle Bocce paralimpiche che alla Boccia Paralimpica. Si può fare ancora di più? Lei ha qualcosa già in mente?
“Le opportunità dello sport paralimpico nelle bocce sono immense. Credo che, nel giro di pochi anni, potremmo arrivare a 10mila tesserati: un risultato ambizioso, possibile attraverso progetti promozionali mirati, anche in relazione ai diversi territori, e imparando a conoscere la cultura della disabilità. Tutte le persone con qualsiasi tipo di disabilità possono giocare a bocce e pochissime discipline possono permetterselo. Le bocce possono essere praticate anche dai disabili gravissimi nelle palestre, oggi chiuse. In questo settore, possiamo prefissarci obiettivi illimitati. Qui sta la grande forza sportiva e sociale della nostra Federazione”.

Vista la situazione contingente, parlare di eventi, sia nazionali che internazionali, diventa abbastanza difficile. Ne erano previsti due. Sarà possibile recuperare questi eventi la prossima stagione?
“Al momento mi sembra difficile, non impossibile. Dovrà migliorare la situazione sanitaria mondiale e nazionale. Solo in questo caso potremmo immaginare di organizzare i Mondiali femminili del Volo ad Alassio e quelli giovanili della Raffa al Centro Tecnico Federale di Roma”.

Tra le tante sfide c’è il sogno olimpico?
“È il sogno di ogni sportivo e di tutti i presidenti federali. La Federazione Italiana Bocce se lo merita. La nostra disciplina deve necessariamente arrivare ai Giochi Olimpici anche perché sono presenti alla rassegna a cinque cerchi discipline che derivano dal gioco delle bocce. Io ci credo, come penso che la partecipazione ai Giochi Olimpici, unita a quella ai Giochi Paralimpici, proietterebbe la FIB tra le prime Federazioni Sportive Nazionali”.

Concludiamo con un pensiero che la preoccupa molto: la riforma dello sport, lo ha ricordato anche all’Assemblea al Presidente del Coni, Giovanni Malagò.
“Il parere espresso dal dipartimento Affari Giuridici è molto duro, in quanto boccia, anche se a livello consulenziale, in gran parte la riforma dello sport. Mi auguro che il ministro Spadafora e le istituzioni governative parlino anche con tutte le Federazioni Sportive Nazionali e col mondo dello sport più in generale. La riforma è partita per depotenziare il Coni, che, invece, dovrebbe riacquistare la propria centralità e fungere da riferimento costante per tutti gli organismi sportivi. Non sono d’accordo su diversi aspetti della riforma, soprattutto sulla sovrapposizione di ruoli e competenze e di organismi deputati a gestire lo sport in Italia”
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