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Calcio, addio allo sbarco dei mille. E ora la Lega di A chiede aiuto allo Stato

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Gabriele Gravina e Paolo Dal Pino, sino all'ultimo, hanno tenuto i contatti con i ministri Speranza e Spadafora: niente da fare, oltre a piscine e palestre chiuse (e Spadafora si era battuto molto la scorsa settimana, va riconosciuto), ora c'è un altro giro di vite sullo sport intero. Niente 1000 spettatori negli stadi e 200 nei Palazzetti. Per la serie A lo sbarco dei mille serviva solo come un segnale agli sponsor, non era certo fonte di incasso visto che entravano solo gli invitati. Per la serie B un grosso danno gli stadi vuoti. "Di questo passo la Lega Serie B muore e le società dovranno chiudere", il presidente della Lega B Mauro Balata lancia l'allarme sulle disastrose ricadute che le società avranno dalla mancanza di sostegno in un momento così drammatico per l'economia. "Non è tollerabile che società virtuose che, stando agli ultimi dati contribuiscono con la contribuzione fiscale e previdenziale per ben 130 milioni di euro l'anno, siano lasciate al proprio destino. Si tratta di piccole-medie imprese che danno lavoro a dipendenti subordinati, fornitori, collaboratori, gestori di servizi che, di fatto, sono state escluse, da ultimo, anche dalla norma di cui all'art. 26 del recente decreto-legge 77/2020 di conversione del cd decreto Rilancio 1", spiega Balata. Per la serie C era qualcosina avere un po' di spettatori, visto che alcuni club, medio-piccoli, i mille tifosi non li facevano nemmeno prima. Ora zero.

Anche Ghirelli ha lanciato l'sos al governo. Un danno enorme per tutti. Sinora la serie A ci ha rimesso circa 500 milioni (fra biglietti, sponsor, merchandising) ed è pronta a chiedere aiuto allo Stato: sgravi fiscali e un ristoro economico come altre categorie danneggiare. Il mondo dello spettacolo, cui si paragona il calcio, ha avuto sinora 70 milioni. Ma i club di calcio sono società per azioni a scopo di lucro (tre sono quotati in Borsa): ci potrebbe essere il rischio, secondo alcune interpretazioni, del reato di aiuti di Stato? Certo, i club ci rimettono (e ci rimetteranno tantissimo, compreso quelli che giocano in Europa) ma i calciatori non cedono un euro di quello che guadagnano. Almeno per ora. Situazione non facile.
La Lega di serie A sperava di avere qualche spettatore per le ultime due giornate della passata stagione, giusto per fare un test. Niente. Si sperava in una apertura limitata, intorno al 25-30 per cento della capienza degli impianti, verso metà ottobre, col derby di San Siro (si era sbilanciata anche la sottosegretaria Zampa, idolo di chi voleva riaprire gli stadi...): niente da fare. Adesso, addio allo sbarco dei mille. Inutile fare previsioni per i futuro. Gravina, da tempo, lavora molto, come sempre, ma parla pochissimo (il ct Mancini impari da lui) e non sbilancia.

Logico che in questa situazione si debba pensare anche ad un piano B: in Lega di serie A studia una eventuale bolla stile Nba. In primavera si era pensato di concentrare le squadre in una città, e farle giocare su due-tre impianti, di Regioni (Toscana, Lazio, Campania) meno toccate dalla pandemia). Ora, vista la situazione, è più complicato. Figuriamoci De Luca se gli mandano a Napoli un paio di squadre... Per la Figc, l'unico piano B sono i playoff. Altre alterntive, al momento, non sono contemplate. Gabriele Gravina, n.1 del calcio, ha sempre saputo tenere la barra dritta con forte senso di responsabilità. In ottimi rapporti col ministro Spadafora e con Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A, è stato elogiato anche da Gianni Infantino, il numero uno del calcio mondiale, perché l'Italia è stata l'unica Nazione (importante) a fare ripartire la scorsa estate tutti e tre i campionatri professionistici (serie A, B e C), e a farli concludere. Cosa non facile. Ora forse è ancora più dura arrivare alla fine della stagione (la serie A, come noto, dovrebbe chiudere il 23 maggio perché dopo ci sono gli Europei). In B, C e D sono già moltissime le partite rinviate. In A è un problema serio di date, e di rischio Asl. Francesco Ghirelli, presidente della Lega C, ha chiesto aiuto a Dal Pino, "La pandemia è democratica siamo tutti nella stessa situazione, in Italia e nel mondo. E tutto ciò ci spinge a guardare come gli altri affrontano l'emergenza. Nel guardarmi intorno mi colpisce il gesto della Premier League: 20 club che stanziano 50 milioni di sterline per finanziare le categorie minori. Per permettere loro di sopravvivere. In una frase: un grande gesto di solidarietà". In Italia è già prevista la solidarietà: i soldi dei diritti tv della Lega maggiore finiscono anche alle altre Leghe per il 10 per cento (134 miioni di euro). E poi la Premier League ha un giro di affari di tre miliardi all'anno, difficile fare paragoni col nostro campionato che fattura la metà. La Lega di B ha chiesto chiarimenti a Dal Pino in merito all'operazione Fondi: forse qualche presidente si è dimenticato che se la Lega A riesce a guadagnare di più dai diritti tv (ora sono 1400 milioni all'anno) è un vantaggio per tutti. Anche per i cadetti... Il mondo del calcio dovrebbe fare sistema, se vuole uscirne. Fra Giovanni Malagò, presidente del Coni, e Gravina pare ci sia un riavvicinamento (e questo sarebbe davvero positivo). Ma se l'operazione Fondi non va a buon fine qualche club di serie A rischia di portare i libri in tribunale. Ci vuole coraggio a guardare al futuro, e qualche presidente forse dovrebbe cominciare a pensare che esistono anche gli altri.

Federbocce, un trionfo per De Sanctis davanti a Malagò
Un autentico trionfo per Marco Giunio De Sanctis: è stato rieletto per il secondo mandato alla presidenza della Federbocce con il 90,62 per cento dei voti. La sua sfidante, Laura Trova, ex atleta di Pinerolo, si è fermata al 4,46%. Presenti all'assemblea di Roma il 59,50 per cento degli aventi diritto al voto. “L’assemblea che mi ha visto rieletto alla presidenza della Federbocce è stata di fondamentale importanza per il momento che vive lo sport italiano–ha spiegato Marco Giunio De Sanctis –Mi riferisco sia all’emergenza sanitaria, che ha gettato il mondo dello sportin una situazione di grande difficoltà, sia alla legge del 2018 che ha fatto piombare l’intero settore in una situazione di impasse, depotenziando il Coni, storicamente faro dello sport italiano, creando alternative ad esso, come Sport e Salute, il Dipartimento per lo Sport,un Ministro di riferimento e, naturalmente, il Cip per l’attività paralimpica. L’assemblea, dunque, ci consente di restare a galla, anche alla luce del fatto che saremo chiamati a gestire diversi altri mesi di pandemia”.Presente all’assemblea il presidente del Coni, Giovanni Malagò:”È stato impressionante vedere come il popolo delle bocce sia sempre presente. È bello notare la capillarità della disciplina sportiva delle bocce, un patrimonio unico, un’eccellenza dello sport italiano. Conosco bene i numeri della Federazione Italiana Bocce e non si può non notare la portata di essi”.

Fipsas, sesto mandato per Matteoli
Il professor Ugo Claudio Matteoli è stato rieletto oggi alla guida della Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee). All'assemblea di oggi Matteoli, candidato unico, ha ottenuto l'88,48 per cento dei voti. “Mi fa molto piacere che dopo tutti questi anni la grandissima maggioranza delle quasi 3000 società federali abbiano confermato la loro fiducia a me e al Consiglio federale uscente. Questo servirà sicuramente da sprone per il lavoro che ci aspetterà nei prossimi quattro anni”, ha spiegato Matteoli, giunto al suo sesto mandato.