Dai Club della Valle Po (all' Enviese del presidente Mauro Ferrero c'è già stata la «rimpatriata» dei soci), alla Bocciofila Val Maira Dronero, agli impianti di Bra, Roreto di Cherasco, Langhe&Roero, Moretta e della pianura saviglianese. E ancora: a Caramagna Piemonte, Centallo, nel Fossanese; a Cuneo (La Novella, Cuneese, nelle frazioni Passatore e Madonna delle Grazie), Beinette, Vignolo, Borgo San Dalmazzo, Boves e nelle Valli Gesso e Vermenagna. Per le Bocciofile della Granda sono i giorni della nuova normalità. Ieri pomeriggio ha riaperto anche l'Auxilium Saluzzo. Delle cinquantacinque società affiliate al Comitato federale di Cuneo (commissario straordinario è Claudio Vittino, anche «numero uno» regionale; referente provinciale Michele Bersezio) mancano ancora all'appello Mondovì e Caraglio (riaperture previste tra il 12 e 14 giugno) e Villanova Mondovì: qui, invece, non ci sono previsioni sulla ripresa dell'attività. Stesso copione, seppure per «lavori in corso, alla Bocciofila Albese. «Oltre alla chiusura forzata per l'emergenza coronavirus, da poco sono iniziati grandi lavori di ristrutturazione dell'impianto di corso Nino Bixio - spiega l'addetto stampa albese Giorgio Marcellino -; difficile, almeno per ora, ipotizzare la data della riapertura». Gare federali e qualsiasi tipo di altra competizione sono assolutamente vietate fino (almeno) al 15 giugno: o meglio, come dall’«appello ai presidenti» di Claudio Vittino, non verrebbero assolutamente autorizzate dal Comitato regionale.

Intanto, seppure con qualche (legittima) titubanza, soprattutto degli anziani («Finora c'è stato poco movimento: nel settore volo si dice che giocare con la mascherina è problematico» spiega Franco Racca, presidente della Centallese), le Bocciofile cunesi - rispettando, ovviamente, le normative nei campi e negli spazi extra sportivi - stanno anche riprendendo la loro (anche) preziosa funzione sociale. Nel Medioevo si giocava a bocce (le origini di questo sport risalirebbero, in Turchia, al 7000 avanti Cristo) sulle piazze, nelle strade e nei castelli, coinvolgendo nobili e popolani. Ora qui, fra specialità volo e petanque i tesserati sono circa 2.500. Inoltre sono tantissimi, seppure non in possesso di cartellino agonistico, i soci che frequentano le Bocciofile anche solo per bere un caffè in compagnia (non tutte, a oggi, hanno ripristinato il servizio di ristorazione), giocare a carte (per ora, vietato e/o fermamente «sconsigliato» dal protocollo anti Covid-19) o, semplicemente, per fare quattro chiacchiere.

«Per tutta l'estate da noi si giocherà esclusivamente all'aperto: grazie anche all'aiuto dei volontari, ne approfitteremo per risistemare i campi coperti, sperando che in autunno si possa ripartire con più serenità» dice Marica Trucco, presidentessa del Marene Bocce. Tutte le società affiliate al Comitato di Cuneo hanno rimodulato gli orari d’apertura. Ad esempio la Petanque Bovesana è aperta dal lunedì al sabato dalle 14 alle 18; la sera (20-23) solo il martedì e venerdì, con servizio bar esterno. Osservando le regole sulle distanze da tenere e tutte le altre, nei circoli (individualmente o a coppie) possono giocare al massimo, in contemporanea, sedici persone. In generale l'accesso ai campi è riservato ai soci; in alcune strutture (come alla «Novella»: anno di fondazione 1875) soltanto ai tesserati federali ed esclusivamente all'aperto. A settembre la Federazione conta di far concludere i vari campionati sospesi. 

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