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Giorgia Trudu: «Altro che sport per pensionati, ai mondiali ci sarò anch’io»

Gianna Zazzara

	Giorgia Trudu
Giorgia Trudu

La campionessa di Serramanna: “Non si lancia la boccia a caso, bisogna controllare muscoli ed emozioni, è come una partita a scacchi”

15 luglio 2022
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SASSARI. Altro che sport per anziani e pensionati. Giorgia Trudu, 17 anni, di Serramanna, è la prova che le bocce possono essere femminili e sexy. A soli 17 anni è stata convocata in Nazionale per partecipare ai Mondiali juniores di Raffa (una delle tre specialità delle bocce con campi e bocce sintetiche), in programma a Roma dal 19 al 25 settembre.

Giorgia ha lanciato per la prima volta una boccia alle scuole medie. Galeotto un progetto-scuola, proprio sulle bocce. «È stato amore a prima vista, da allora non ho più smesso». Dopo pochi mesi era già alle selezioni nazionali, un talento.  Quest’anno ha girato l’Italia come una trottola: il campionato femminile, la juniores nazionale, il circuito prestige. E ora la convocazione ai Mondiali. «Sono stra-strafelice. Il mese scorso sono stata convocata a Roma per uno stage tecnico insieme ad altri 11 ragazze e 11 ragazzi. Per i Mondiali siamo stati selezionati in sei, 3 ragazze e 3 ragazzi, quando me l’hanno comunicato ho chiamato subito a casa. Mia mamma, mio padre e mia sorella sono i miei più accaniti tifosi, verranno anche a Roma».

Uno sport insolito per una ragazza. «Perchè le bocce e non la pallavolo? Perché la pallavolo la fanno tutte, invece le bocce sono uno sport, per così dire, d’elite. È vero che in Italia, soprattutto al nord le praticanti stanno aumentando, ma rimane uno sport ancora poco conosciuto dai giovani. Peccato, perché è una disciplina completa,che richiede una preparazione fisica e mentale notevole, non si lancia la boccia a caso, c’è da controllare ogni muscolo e soprattutto le emozioni, è come una partita a scacchi. Il gioco che preferisco? In attacco, mi piace la bocciata sulla sfera».

In attesa dei Mondiali GiorgIa si allena a Serramanna, alla bocciofila della società locale. «Mi alleno da sola, 4/5 volte la settimana seguendo le indicazioni del coach della Nazionale, Rodolfi Rosi. La mattina una corsetta, un po’ di palestra e poi gli allenamenti veri e propri sul campo di bocce. Dal 20 al 23 luglio sarò a Roma per allenarmi insieme agli altri ragazzi della Nazionale. Quattro giorni di lavoro, poi ci rivedremo ad agosto. La preparazione è tosta, le partite possono durare anche 10 ore, ci vogliono gambe e fiato e una forte dose di pazienza». Quante possibilità ha l’Italia di vincere i Mondiali? «Siamo la nazionale favorita anche perché gioca a nostro favoro il fattore campo. Quello del centro tecnico federale di Roma è perfetto per le nostre caratteristiche. In palio ci sono 7 titoli: a squadre, individuali maschili e femminili, coppia maschile e femminile, coppia mista, tiro di precisione. Incrocio le dita, sarebbe fantastico portare in Sardegna una medaglia». I premi? «Le bocce non sono uno sport ricco, non è come la pallavolo, magari. Comunque la Federazione mi sostiene nelle trasferte e mi permette così di giocare al gioco più bello del mondo».

Il futuro? «L’anno prossimo c’è la maturità scientifica, poi di sicuro l’università, ma ancora non ho le idee chiare. L’unica cosa che so è che, anche se vado a studiare in continente, le bocce le porterò con me».

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