31 gennaio 2021 - 09:07

Bocciodromo al figlio, il pm: in quattro a processo

Da presidente della Federazione italiana bocce (Fib) Romolo Rizzoli ha affidato con scrittura privata alla società del figlio Andrea l’impianto al Torrino senza chiedergli di pagare le utenze di gas, acqua e luce facendogli risparmiare 464mila euro

di Giulio De Santis

Bocciodromo al figlio, il pm: in quattro a processo
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Da presidente della Federazione italiana bocce (Fib) Romolo Rizzoli ha affidato con scrittura privata alla società del figlio Andrea la gestione del bocciodromo, senza chiedergli di pagare le utenze di gas, acqua e luce. E persino le pulizie dei locali. Operazione che, oltre a essere in conflitto d’interesse, ha permesso al rampollo di casa Rizzoli di risparmiare 464 mila euro tra il 2011 e il 2017. Soldi cui vanno sommati i guadagni, avendo la società di Rizzoli gestito il ristorante e le attività ludiche del Centro tecnico federale, al Torrino. Tuttavia al pm Laura Condemi non è stato possibile quantificare gli introiti nelle accuse contenute nella richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei Rizzoli senior e junior. Oltre a loro, la Procura ha chiesto il processo per Maria Claudia Vannini, amministratore delegato della Fib, e di Celestino Bottoni, segretario reggente, difeso dall’avvocato Andrea Mieli: i due dirigenti, secondo il pm, hanno dato il loro assenso all’iniziativa di Rizzoli padre. Il reato contestato: abuso d’ufficio.

È il 2011 quando l’ormai ex presidente Rizzoli, 79 anni, non indice alcun bando per la gestione del bocciodromo, nonostante la Fib - parte civile con l’avvocato Luca Petrucci - abbia una rilevanza pubblica. I locali vengono affidati alla società del figlio, 47 anni. Le spese delle utenze, 226 mila euro, sono, però, a carico della Fib. Rizzoli junior, per il pm, non paga nemmeno le pulizie (72 mila euro) e l’affitto dei locali al Comune (166 mila euro). Spese che, con la gara pubblica, sarebbero state ripartite tra Fib e società vincitrice.

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